(Tiziano Rapanà) Ultimamente il centro del dibattere sulla tv riguarda Lory Del Santo. Chi più e chi meno si chiede se sia stata opportuna la sua entrata all’interno della casa del Grande Fratello, ad un mese dalla scomparsa del suo terzo figlio. C’è chi la sostiene e chi la critica. Io me ne tengo fuori. Ho visto dieci minuti della prima puntata del Gf e mi sono bastati. Preferisco parlarvi dello scarso interesse che la tv dedica al teatro. Se non fosse per l’opera proba di Pino Strabioli – che ha dedicato anni alla divulgazione del teatro in tv – e per qualche messa in onda di un qualche spettacolo su Rai 5, ci troveremmo di fronte ad uno sconfortante deserto culturale. La tv dovrebbe accogliere il teatro nei suoi palinsesti financo nelle sue prime serate. Chiaramente adeguandosi alla politica dello share, perché appare ovvio proporre in una prima serata uno spettacolo di Ale e Franz anziché una recita di Moni Ovadia. Tra l’altro, il teatro alle 21 è produttivo: porta ascolti. Lo spettacolo Le rane di Aristofane, interpretato da Ficarra e Picone, ha portato in trionfo la prima serata – se non sbaglio, sabatina – di Rai1. La televisione deve dare più fiducia al teatro, che è sempre vivo e che la gente segue con interesse. I palinsesti dovrebbero essere disegnati con coraggio. Faccio degli esempi. Dal 9 ottobre, Gennaro Cannavacciuolo porta in scena al Teatro della Cometa in Roma lo spettacolo Allegra era la Vedova? One-man show per una miliardaria. Il recital sarebbe perfetto per una trasmissione in diretta su Rai3. Così come il nuovo Rugantino re-interpretato da Enrico Montesano, che debutterà al Sistina a dicembre, potrebbe impreziosire una serata natalizia di Rai1 o Canale 5. Ma la tv non osa, preferisce rimanere abbarbicata alle sue usurate certezze.