Ilary Blasy e il record alle «Iene»: diventa la conduttrice più longeva del programma di Italia 1 (11 anni di conduzione). «Sto al gioco se scherzano sulla mia intelligenza»
Undici anni da Iena, da stasera Ilary Blasi diventa Capitana pure lei: fanno 11 anni come conduttrice del programma di Italia 1, sconfitti anche Luca & Paolo (fermi a 10). «Rispetto agli esordi sono diventata meno frettolosa, gestisco meglio l’ansia. All’inizio imparavo i lanci e li ripetevo di getto, senza nemmeno pensare a quello che dicevo. Oggi ho imparato ad assaporare il momento, a godermi la diretta».
Tre aggettivi per Teo Mammucari, al suo fianco anche quest’anno?
«Ormai siamo una coppia di fatto. Teo è divertente, imprevedibile e permaloso».
«Le Iene» tagliano il traguardo dei 20 anni. Ma funzionano ancora. Perché secondo lei?
«È un programma che si autorinnova naturalmente. Anche se il format è sempre lo stesso, i servizi sull’attualità e di denuncia, gli scoop e i filmati di alleggerimento sono sempre nuovi. Le Iene alternano lo scherzo alle inchieste, sono un programma dove c’è di tutto».
In tv sembra funzionare l’usato piuttosto che il nuovo. Non trova?
«La tv è relax: spegni il cervello e accendi il televisore. Ci sta che a volte vai in automatico e ti impigrisci su quello che conosci già. Ma quando le idee sono buone, il nuovo emerge».
Se le dicono che il «Grande Fratello Vip» è trash cosa risponde?
«Che in realtà è pop. Il trash è anche negli occhi di chi guarda. È un modo per passare una serata di divertimento e spensieratezza, che alterna momenti diversi: quello più scherzoso, quello più emozionante, quello più serio. Io non sono social, i social non rispecchiano il mio carattere e il mio stile di vita, non ho l’ansia di stare connessa ogni minuto. Ma nel GF c’è un po’ di tutto, mi ricorda le storie di Instagram, come se ogni concorrente postasse frammenti della sua vita: sono Instagram stories 24 ore su 24».
I concorrenti hanno ecceduto, le frasi omofobe in generale e in particolare contro Malgioglio, la bestemmia di Predolin.
«E infatti non le passiamo sotto silenzio, l’omofobia è un argomento attuale e su cui bisogna stare attenti. Ma non mi piace il ruolo della maestrina: con loro non faccio né la cattiva né l’amica. Mi sento conduttrice ma anche telespettatrice allo stesso tempo, penso a quello che mi piacerebbe vedere».
Chi fa televisione è oggetto di consumo, soggetto alle mode: le dà ansia il fatto che un giorno tutto questo possa finire?
«Faccio questo lavoro perché mi dà adrenalina. Mi piacerebbe continuasse, ma non ho l’ansia di essere per forza in televisione. Anzi a volte mi chiedo se non ci sto troppo».
Un programma che le piacerebbe condurre?
«Mi è sempre piaciuto Giochi senza frontiere, ci sono cresciuta. Se dovesse tornare mi candido».
Che cosa le fa paura?
«Ho le paure che hanno tutte le mamme, ho un forte istinto di protezione».
Il suo vizio?
«Mi ciuccio ancora il dito, penso che a questo punto non smetterò mai».
«Non è cambiata per nulla, siamo sempre a Roma, sempre nella stessa casa. Anche i ritmi e le nostre abitudini non sono differenti, lui va a Trigoria (il campo di allenamento della Roma) e a vedere le partite. Semplicemente prima lo faceva in pantaloncini, ora in giacca e cravatta».