L’ex conduttore era stato invitato da tempo a una puntata di “Quante Storie”: “Ma mi hanno chiamato dicendo di spostare la registrazione di un mese per via della par condicio sulla consultazione. Ma che cazzo c’entra il mio libro con le riforme? Sono convinto che Augias non c’entri. Ma la scaletta dev’essere arrivata ai vertici…”
Nicola Porro lo chiama, scherzando, “l’editto Mascetti”. Il riferimento è al direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto. C’è il manager di Viale Mazzini, secondo l’ex conduttore di Virus, dietro all’episodio “anomalo” che ha portato a uno spostamento di un mesetto della sua intervista a Quante Storie, il programma di Corrado Augias in onda tutti i giorni alle 12,45 su Rai3. Una trasmissione che si occupa di libri, alla quale la redazione aveva chiesto a Porro di partecipare per presentare appunto il suo ultimo lavoro, La disuguaglianza fa bene, edito dalla Nave di Teseo, la casa editrice diretta da Elisabetta Sgarbi. “Mi avevano chiamato alcuni giorni prima della puntata per chiedermi se avevo bisogno di un taxi – racconta Porro in un video pubblicato su facebook, come fa per abitudine – Ma poi mi ha chiamato l’ufficio stampa della Nave di Teseo per dirmi che la registrazione dell’intervista era stata rimandata di un mesetto per par condicio sul referendum. Che cazzo c’entra il referendum con il mio libro?”. Il libro, infatti, è – come dice il sottotitolo – un Manuale di sopravvivenza per un liberista, quindi parla in gran parte di economia.
Peraltro Quante Storie si è già occupato di referendum nei giorni scorsi. In un primo caso, il 19 settembre, sfiorando l’argomento, presentando La Costituzione e la Bellezza insieme ai due autori, il costituzionalista Michele Ainis e Vittorio Sgarbi. In un secondo appuntamento – pochi giorni fa – erano stati ospiti lo storico Guido Crainz e il giurista Carlo Fusaro, per presentare il loro volume Aggiornare la Costituzione. In quest’ultimo caso peraltro si tratta di due autori favorevoli alla riforma NT_onde-exe_6.inddcostituzionale del governo e in particolare Fusaro è uno dei più energici sostenitori del sì al referendum. Ma, com’è giusto che sia, domande sul referendum erano state fatte in altre puntate a ospiti come lo storico Luciano Canfora per il suo libro su Tucidide.
A maggior ragione quindi cresce il sospetto di Porro che dalla Rai è venuto via non senza polemiche nei confronti dell’emittente pubblica. “Sono convinto che Augias non c’entri niente, come non credo c’entri il direttore di Rai3 Daria Bignardi. Sono convinto che la redazione del programma non c’entra niente. E’ una scusa“. Secondo Porro è successo, magari, che “Augias ha fatto vedere la scaletta ai vertici e i vertici hanno detto: no, Porro no”. E il vicedirettore del Giornale e ora conduttore di Matrix infatti non vuole farne un caso personale. Dice che è già soddisfatto di come va il libro, “bestseller su Amazon e nelle classifiche pubblicate dai giornali la domenica”, e che però questo episodio dà il senso che “questa è la Rai”, dove gli “interessi privati entrano negli affari pubblici visto che i soldi sono quelli di tutti”.
il Fatto Quotidiano