Il viaggio ricomincia e diventa virtuale: gli Abba sono tornati, dopo 39 anni di stop, annunciando un nuovo album e un avveniristico show digitale. Tutto questo, come è stato anticipato in un live stream su YouTube seguito da oltre 200mila persone, prende il nome di «Abba Voyage» e concretizza quel che, almeno in parte, da tempo si vociferava, ma non aveva ancora visto la luce. Da un lato, ci sono le nuove canzoni: due sono già disponibili, «I Still Have Faith In You» e «Don’t Shut Me Down», titoli che si erano già rincorsi da quando nel 2018 la mitica formazione aveva annunciato di essere tornata in studio. Ma il 5 novembre arriverà un intero album, «Voyage», registrato a Stoccolma dal quartetto riunito e divertitosi, hanno detto, «a sbizzarrirsi in studio»: «Ci siamo resi conto che essere dove siamo ora è incredibile. Ancora amici, leali fra di noi, dopo 40 anni. A chi è successo? A nessuno».
Dall’altro lato, c’è uno spettacolo che prenderà vita a Londra in una apposita Abba Arena di tremila posti il 27 maggio 2022: Agnetha Fältskog, Björn Ulvaeus, Benny Andersson e Anni-Frid Lyngstad si materializzeranno sul palco come ologrammi, accanto a una live band di 10 elementi: «Con l’aiuto di noi stessi da giovani, viaggeremo nel futuro. È qualcosa che non è mai stato fatto prima», ha detto la band nella nota diffusa alla stampa. Le loro versioni digitali, prodigio di tecnologia firmato dalla Industrial Light & Magic di George Lucas, sono state create grazie a mesi di riprese in motion capture e, garantiscono, daranno vita al «concerto più strano e spettacolare che sia mai possibile immaginare». Stupori tridimensionali a parte, però, di vederli tutti insieme settantenni in carne ed ossa sul palco, a quanto si capisce, non se ne parla (e quindi è difficile anche immaginarli ospiti a Sanremo o al prossimo Eurovision come ogni tanto è stato vagheggiato).
Ma il pubblico li ritroverà in formato «Abbatar», in uno show che rinfocolerà la loro leggenda da 400 milioni di dischi venduti e 17 numeri uno in classifica. Un viaggio dalla lunga gestazione (il primo annuncio dello show digitale era stato dato nel 2016) che porta indietro nel tempo, a quegli anni 70 kitsch e pop che gli Abba incarnano forse più di ogni altra formazione musicale. Nati nel 1972, in attività per un decennio, i quattro svedesi all’epoca erano anche due coppie nella vita: Björn Ulvaeus e Benny Andersson, musicisti e compositori, collaboravano dalla metà degli anni 60. Poi Ulvaeus conobbe Agnetha Fältskog, bionda, bellissima, già promettente popstar in Svezia, e Andersson si fidanzò con Anni-Frid Lyngstad, partita giovanissima dal jazz.
Il palindromo Abba riuniva le loro quattro iniziali e racchiudeva una favola, in grado di trasformare il quartetto in un fenomeno mondiale, ancora oggi gruppo scandinavo più famoso di sempre. A consacrarli al pubblico internazionale fu l’Eurovision del 1974 che si svolse in Inghilterra: gli Abba vinsero con «Waterloo» (davanti, tra l’altro, alla nostra Gigliola Cinquetti) ed esplosero ovunque con quella cascata di note super orecchiabili, ballabili, facili – stucchevoli per i detrattori e gli snob – talmente riconoscibili da diventare lo «stile Abba». «Mamma Mia», «Dancing Queen», «Money Money Money», «Fernando» sono solo alcuni titoli arci-noti di una sfilza di successi, tra dance, europop e ballate, che contribuirono a renderli un mito insieme ai loro look sfavillanti: zatteroni, pantaloni a zampa, tutine attillate in un best of della moda degli anni 70.
Dieci anni e otto dischi dopo, conquistate le classifiche di mezzo mondo, l’incantesimo si spezzò: entrambe le coppie giunsero al capolinea, i quattro provarono, nonostante i divorzi, a portare avanti la musica, ma alla fine nel 1982 le strade si divisero: «The Winner Takes it All», una delle loro canzoni più malinconiche, canta proprio il deporre le armi davanti alla fine di un amore. Le icone, però, sono rimaste, tra il museo a loro dedicato a Stoccolma e il successo planetario del musical «Mamma Mia!», costruito sulle loro canzoni: dal 1999, quando ha debuttato a Londra, continua a riempire i teatri ed ha poi dato vita nel 2008 anche al film (con sequel) capeggiato da Maryl Streep. Così anche i più giovani, che ora possono seguire gli Abba anche in un account ufficiale TikTok, conoscono a memoria le loro canzoni e possono imbarcarsi nel nuovo viaggio.
Barbara Visentin, corriere.it