Pubblichiamo un estratto di un’intervista fatta ad Alessandro Meluzzi (da Andrea Barlocco per “Giornale di Rimini e della Valmarecchia”), perché propone un punto di vista interessante del rapporto tra la tv (e più in generale i mass media) e la giustizia.
“I mass media e la loro “intromissione” nei casi di cronaca di certo possono in qualche modo creare qualche incurvatura e semmai qualche distorsione nel processo penale ma di certo il processo pubblico è stato voluto dal legislatore poiché l’opinione pubblica potesse contribuire con un controllo democratico. Lo stesso codice di procedura penale è stato pensato perché mitigasse l’arbitrio del Giudice e affinché il colpevole entrasse in un Tribunale senza la pretesa di ‘farla franca’ e, di contro l’innocente non con il terrore. La pubblicità del processo è quindi è una garanzia per tutti e d’altro canto nella nostra epoca non si può fermare l’informazione anche perché nella nostra epoca cercare di fermare l’informazione sarebbe come cercare di fermare l’aria con le dita”.