Alessia Cammarota sta per diventare mamma per la terza volta e quotidianamente condivide foto e pensieri sui suoi profili social relativamente alla sua gravidanza. Questa mattina, rispondendo a una domanda di una sua follower, l’influencer ha aperto uno spinoso argomento: la conservazione a scopo personale delle cellule staminali provenienti dal cordone ombelicale.
Si tratterebbe infatti di una pratica non in linea con i dettami della comunità scientifica in quanto tali cellule dovrebbero essere donate alle banche dati nazionali in modo altruistico e non conservate per scopi personali. Ci sono però società private che propongono di conservarle ad uso esclusivamente personale affermando che ciò sia un’assicurazione sulla vita del bambino.
Nella story di Instagram nella quale ha parlato della volontà di conservare le cellule staminali, Alessia Cammarota ha anche taggato la pagina dell’azienda privata alla quale si è rivolta. L’unica possibilità per conservare il cordone ombelicale per scopi personali è proprio rappresentato da queste aziende che criocongelano il campione e lo custodiscono all’estero. Stando a quanto dicono le stime al ribasso del Ministero della Salute, oltre 34.000 mamme negli ultimi 9 anni hanno opato per conservare il cordone solo per il proprio figlio, nonostante lo stesso ministero, salvo rari casi, sconsigli siffatta pratica.
La lista delle aziende che convincono le mamme a conservare il cordone del proprio neonato per uso personale è molto lunga: Future Health Italia si presenta come “la banca di cellule staminali più accreditata del mondo” con oltre 150mila campioni. O la milanese Sorgente, alla quale si è affidata la stessa Cammarota, di proprietà di due ingegneri italiani specialisti in start up e che attualmente, affermano dalla medesima azienda, è stata scelta da 15 mila famiglie tra cui Eleonora Pedron ed Elisabetta Gregoraci.
Le cellule staminali di cui stiamo parlando provengono dal cordone ombelicale (o dal midollo osseo) e hanno la prerogativa di guarire o raddoppiare l’aspettativa di vita dei pazienti in attesa di trapianto per leucemia e gravi malattie del sangue. La scienza però parla chiaro. In particolare afferma che le staminali che provengono dal proprio cordone non sono assolutamente utilizzabili per il proprio bambino in quanto potrebbero contenere la stessa alterazione che ha causato a sua volta la malattia.
L’unica possibilità quindi è donare le cellule staminali in modo che qualcun’altra ne possa trarre beneficio. Per esempio un paziente di Milano potrebbe trovare giovamento dalle staminali donate da qualcuno a Sidney e via dicendo. Una cosa è certa: più donatori ci sono, più è possibile selezionare quelle giuste per le proprie esigenze, in quanto le banche pubbliche che crioconservano il sangue sono tutte collegate tra loro.