L’attrice, che nella serie tv ha interpretato la timida e talentuosa Rachel Berry, è stata accusata di bullismo e «aggressioni traumatiche». A rompere il silenzio, nel giorno del #blackouttuesday, la collega Samantha Marie Ware, Jane Hayward nella sesta stagione
Lea Michele, la Rachel Berry tanto timida quanto talentuosa, avrebbe ben poco a che vedere con il personaggio che l’ha resa famosa. Arrogante e prevaricante, sarebbe, secondo i colleghi, responsabili di aver trasformato il set di Glee in «un inferno». A rivelarlo, nel giorno in cui il mondo dello spettacolo ha scelto di aderire compatto al #blackouttuesday, è stata Samantha Marie Ware, protagonista della sesta e ultima stagione di Glee. «Ricordi», ha scritto su Twitter ricondividendo il post di Lea Michele in difesa di George Floyd, «Quando ha reso la mia prima esperienza televisiva un inferno in Terra? Perché io non lo dimenticherò.
Credo che tu abbia detto a tutti quanti che, se ne avessi avuto l’opportunità, avresti “Cag**o nella mia parrucca”. Questo tra le altre traumatiche micro-aggressioni che mi hanno portata a dubitare di una carriera ad Hollywood», ha scritto la Ware, che nella serie diretta da Ryan Murphy ha interpretato Jane Hayward.SAMEYAAAAAA✔@Sammie_Ware
Lea Michele, alle accuse della collega, non ha risposto. Ma altri attori ingaggiati in Glee hanno avuto modo di dire la propria. Amber Riley, la Mercedes Jones di televisiva memoria, ha aggiunto al post una gif eloquente. Alex Nexwell, Wade Unique Adams, ha fatto altrettanto. E Jeanté Godlock, che nella serie tv ha avuto un ruolo minore, ha spiegato come il bullismo della Michele non fosse rivolto solo ai colleghi propriamente detti. «Qualcuno ha parlato di scarafaggi? Perché è così che Lea Michele si riferiva a noi comparse quando eravamo sul set», ha scritto online, rispondendo insieme a William Bart Belli alle accuse della Ware. Accuse di fronte alle quali i fan non si sono detti sorpresi.
L’antipatia di Lea Michele, insieme ad una buona dose di maleducazione, è nota alle cronache sin dal 2016, anno in cui a rompere il silenzio è stata Naya Rivera, alias Santana Lopez.
VanityFair