Trust, la rievocazione de “Il Rapimento Getty”

Trust, la rievocazione de “Il Rapimento Getty”

Un finale dolce amaro per la serie Trust che ricorda il rapimento di Paul Getty

Mercoledì 30 maggio, è andato in onda su Sky l’ultimo episodio di Trust, la serie televisiva prodotta dal Premio Oscar Danny Boyle, che ha rievocato uno dei fatti di cronaca più celebri della nostra contemporaneità.Il rapimento di John Paul Getty III, nipote del magnate dell’industria petrolifera, rivive in una serie tv fuori dagli schemi dove storia, mito e finzione narrativa comminano sulla stessa retta. Trust è riuscito nell’impresa di pennellare una racconto in bilico costante tra falso documentario e drama di formazione, una miscela che ha permesso alla serie tv di fotografare l’intera società di inizio anni ’70. Girata anche in Italia, dove si tocca con mano la Roma delle rivolte studentesche, dei figli dei fiori, della malavita organizzata e dei sogni di un mondo migliore, la serie tv apre una finestra sull’alta società dell’epoca, evidenziando i vizi e le virtù di un mondo ancorato a vecchi e traballati valori. Un mix che ha permesso allo show prodotto da Danny Boyle di correre spedito per 10 lunghi episodi, senza mai compiere un passo falso e continuando a valicare i suoi stessi limiti.E il finale di stagione è stato un vero e proprio pugno nello stomaco, anche se la storia in fin dei conti è già scritta. Trust ha deciso di affrontare le conseguenze dei suoi stessi protagonisti; dal magnate dei Getty che vede sgretolarsi l’impero a causa della sua cattiveria, al giovane Paul che mette a tacere i dubbi e le incertezze della vita guardando al futuro, fino al diabolico Primo che, con i soldi del riscatto, pianta le radici del suo impero del crimine.È una serie non ha un finale, è un serpente che si mangia la coda, dove ognuno ha quello che si merita, in Trust però non ci sono né vincitori né vinti. E forse il successo non è dovuto solo al fatto di mescolare realtà e finzione in un unico calderone di idee, la forza è: nei dialoghi, nella regia dinamica, nella colonna sonora che spolvera hit del passato e in un cast che mozza quasi il fiato. Da Donald Sutherland che interpreta un freddo magnate dell’industria petrolifera, calcolatore ed egoista; da Hilary Swank nel ruolo di una madre dolce e sincera, fino all’italianissimo Luca Marinelli che, in totale stato di grazia, veste i panni di malavitoso venale ma dal fascino seducente.Trust è disponibile su tutti i portali on-demand di Sky, e dall’America, si ipotizza una seconda stagione con storia e cast diverso.

Carlo Lanna,ilgiornale.it

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