QUALCUNO, nel Pd, parla apertamente di «vendetta». Altri, più cauti, di semplice «segnale», tuttavia molto «netto, chiaro». Dopo la bufera dell’altro giorno, del Pd escluso dai talk show Rai, in particolare da Ballarò («se esco dalla Rai – ha detto ieri il conduttore Giannini – lo farò con dignità»), e l’intervento forte dei due vicesegretari del Nazareno, Guerini e Serracchiani (che hanno chiamato in causa l’Agcom), ecco che ieri, a sorpresa, il premier Matteo Renzi ha deciso di andare ospite a Virus. Proprio quel programma di Nicola Porro che la neo direttrice di Raidue, Ilaria Dallatana, ha deciso di chiudere, dando il benservito al giornalista, ora con le valigie pronte per Mediaset. «Hanno detto che stiamo epurando tutti. Sono tre puntate che non ci invitano a Ballarò:siamo i primi che epurano senza essere invitati», ha detto ieri Matteo Renzi, mentre intervistava Roberto Giachetti. Concetto poi ripetuto in serata a Virus. Con una puntualizzazione: «Mai mi permetterei di accendere o spegnere le luci in Rai. Ci sono manager competenti».
«D’ALTRA PARTE – ci racconta una fonte dem componente della Vigilanza Rai – è stato considerato un vero schiaffo che l’azienda Rai non abbia neppure risposto con un comunicato ufficiale a un’altrettanto ufficiale richiesta di chiarimenti di ben due vicesegretari del Pd. Neppure la presidente Maggioni ha alzato un muscolo, non sappiamo quale sia il pensiero della Rai…». Insomma, il segnale che ha voluto dare ieri Renzi presentandosi a Virus è stato – in primo luogo – di «voler mettere agli atti l’apprezzamento per la trasmissione, sconfessando chi lo ha accusato di aver avuto un ruolo diretto nella chiusura del programma». Tant’è che Renzi a Porro ha voluto dirlo chiaro in tv: «Ho sempre apprezzato il suo lavoro, mai mi permetterei di intervenire in vicende di altri». Ma, come rivela la fonte dem, c’è dell’altro: «Renzi ha fatto capire che l’attuale gestione della Rai non è di suo gradimento, così come l’annunciato ridimensionamento dei programmi d’informazione». Sostiene infatti Vinicio Peluffo, Pd e Vigilanza: «Renzi vuole dire che lui non approva la chiusura delle trasmissioni Rai come quella di Porro e che sbaglia chi sostiene il contrario». Lo stesso Roberto Fico (M5S), a capo della Commissione di Vigilanza Rai, si smarca dalla linea di Grillo: «Non tutti i cambi di palinsesto o di conduttori sono epurazioni». Un risarcimento del pasticcio dell’esclusione del Pd dai talk è tuttavia atteso al Nazareno. «Vogliamo una testa – ha commentato Michele Anzaldi, Pd e Vigilanza Rai – anche perché i dati che ho io sono altri, ma sarà l’Agcom ad emettere sentenza». Che arriverà dopo il primo turno elettorale. Intanto, tra i nomi nel mirino, ci sarebbe anche quello di Carlo Verdelli, il capo dell’informazione Rai voluto da Campo Dall’Orto. E tutto proprio mentre l’Autorità Anticorruzione di Raffaele Cantone ha aperto un’istruttoria legata all’eccesso di nomine e assunzioni esterne senza aver prima tentato di reclutare all’interno le professionalità necessarie. Anche la Corte dei Conti sta facendo la stessa istruttoria e i risultati potrebbero non essere a favore del dg «che noi continuiamo a difendere – sostiene Anzaldi – ma se dovessero arrivare condanne poi si aprirebbe un’altra partita». In ultimo, la questione della Festa della Repubblica. Per i 70 anni, Renzi avrebbe voluto un’adeguata ‘celebrazione’ da parte della Rai che, invece, manderà in onda una replica della trasmissione di Benigni. Una delusione, dicono al Nazareno. L’ennesima.
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