BENIGNI (FORSE) HA SBAGLIATO, LA RAI CERTAMENTE
Per me Roberto Benigni è un mito. E quando cominciò le sue leggendarie letture di Dante scrissi più volte che sarebbe stato un ideale Premio Nobel, meritevole assai più di Dario Fo. Così mi attirai velenose critiche da parte dei suoi detrattori. Oggi ribadisco quella valutazione. Per l’amicizia e la stima che sento per lui, tuttavia, non riesco ad esimermi dal dichiararmi sconcertato per la sua decisione di sostenere il “Sì” al referendum sulla Costituzione, la sera del 2 giugno, in una replica su Raiuno di una sua celebre esibizione. Lo sconcerto non nasce dal fatto che Benigni abbia cambiato idea, passando dal no al sì attraverso una (brutta) intervista a Ezio Mauro per La Repubblica. Si può e si deve essere liberissimi di cambiare idea. E neanche sono sconcertato perché abbia dato il suo – importante, pesante – sostegno al sì. Il punto è che il suo inopinato intervento, di fatto, rappresenta – su Raiuno – una dichiarazione di voto per il sì al referendum, è apparsa ed è stata considerata (non poteva essere diversamente) un fondamentale appoggio al premier Renzi. Un evento non equilibrato dalla Rai con altra analoga iniziativa a favore del no. Dunque, per me, forse Benigni ha sbagliato. Ma è la Rai, ancora una volta, ad indignarci: la trasmissione è stata uno spottone per il premier/segretario del Pd. Benigni, come artista, poteva permetterselo. La Rai, azienda pubblica sempre peggio governata, no. Non ha avuto rispetto per chi pensa di votare no. E infine consentite uno sberleffo: ma come si fa a considerare “la più bella del mondo” la Costituzione che contestualmente si vuole cambiare, con questa procedura ruvida e volgare, e con intenzioni di radici evidentemente speculative?