Per oltre mezzo secolo ha inseguito e immortalato attori, registi, cantanti e politici per narrare, rigorosamente in bianco e nero, il mondo delle celebrities. Nella storia il pugno che gli sferrò Marlon Brando
Per oltre mezzo secolo ha inseguito e immortalato attori, registi, cantanti e politici, per narrare, rigorosamente in bianco e nero, il mondo delle celebrities. Ron Galella, ineguagliabile quanto controverso fotoreporter, ribattezzato “the King of paparazzi“, è morto sabato 30 aprile all’età di 91 anni nella sua casa di Montville, nel New Jersey. La notizia della sua scomparsa è stata pubblicata oggi dal “New York Times”.
Durante la sua carriera ha scattato più di 3.000.000 di ritratti di personaggi dello star system, meticolosamente custodite nella sua immensa villa a poco più di un’ora da New York, in un angolo di campagna. Fra i tanti artisti e personaggi che ha avuto occasione di immortalare ci sono Elvis Presley, Louis Amstrong, Frank Sinatra, Marlon Brando, Maria Callas, Sophia Loren, Frank Zappa, Richard Burton, Elton John, Yves Saint Lauren, Mick Jagger, Jackie Kennedy, Truman Capote, Andy Warhol, Anna Magnani, John Lennon e Liz Taylor.
Tra gli italiani ha fotografato anche Marcello Mastroianni e Roberto Benigni.
Disposto a tutto pur di riuscire a fare uno scatto
Personaggio unico e irripetibile, capace di ridefinire il rapporto fra celebrità e fotografo, sebbene molti attori e artisti si fossero ‘rassegnati’ di buon grado alla sua presenza, anche perché fondamentale per la loro stessa popolarità, si è trovato più volte in mezzo a diverse risse prendendo botte, spinte, sputi e insulti da moltissimi attori e personaggi famosi. Eppure, la genialità di Ron Galella è stata anche quella di trasformare con ironia e arguzia i momenti più difficili in occasioni per continuare a farsi apprezzare.
Pur di rubare uno scatto, sorprendendo i protagonisti dello showbiz internazionale in momenti inediti, tra cerimonie, inaugurazioni, concerti, vita notturna fatta di feste e di locali (tra i quali il mitico Studio 54, lo Xenon-Disco, il Palladium e Area a New York), Galella è finito anche davanti al giudice – nel caso di Jacqueline Kennedy Onassis, presenza costante
negli infiniti fotoreportage del reporter che la seguì ovunque, – e in ospedale, ad esempio, quando Marlon Brando con un pugno gli spaccò la mascella e gli fece saltare cinque denti: “Una volta dimesso” – raccontò Ron – gli stetti di nuovo dietro, ma con in testa un casco da football per evitare altre sorprese”.
Le sue fotografie, con prezzi che vanno da 4.000 a 15.000 dollari, sono state acquistate da giornali e riviste come “Time”, “Harper’s Bazaar”, “Vogue, Vanity”, “Fair”, “People”, “Rolling Stone”, “The New Yorker”, “The New York Times”, “Life” ed esibite nei musei e nelle gallerie di tutto il mondo, come il Museum of Modern Art di New York, il Museum of Modern Art di San Francisco, la galleria Tate Modern di Londra, l’Helmut Newton Museum di Berlino e la Galerie Wouter van Leeuwen di Amsterdam.
Le origini lucane
Nato a New York il 10 gennaio 1931, figlio di un falegname immigrato di Muro Lucano, in Basilicata, borgo di cui era cittadino onorario, Ron Galella ha iniziato a fotografare sotto le armi, durante la guerra di Corea, per poi laurearsi in fotogiornalismo nel 1958 all’Art Center College of Design di Los Angeles.
Dagli anni Cinquanta in poi non c’è stata celebrità che non sia stata ‘paparazzata’ dalla raffinata sfrontatezza di Ron Galella, capace di farsi trovare sempre al posto giusto nel momento giusto. Fotografie ‘rubate’ sì ma apprezzate per la loro immediatezza, scattate spesso a raffica senza neppure guardare nell’obiettivo, che più volte gli hanno creato numerosi guai, ma che alla fine gli sono valse prestigio e riconoscimenti a livello mondiale.