(Tiziano Rapanà) Spero di sì. Ormai il programma di barzellette di Uccio De Santis, presente da tempo immemore sull’access prime time della rete, è l’insopportabile certezza dura a perire. Non c’è voglia di cambiare e non c’è voglia di sperimentare e non c’è, dunque, voglia di ritentare l’avventura riformatrice della prima Telenorba anni novanta (quella per intenderci, creativamente legata alle ottime sitcom di Toti e Tata e ai progetti televisivamente rinnovatori tipo Telenormale di Gianni Ciardo). Telenorba deve incominciare a capire che non si può vivere di solo Mudù, Michele Cucuzza e qualche vecchia fiction nazionale. Bisogna tentare un cambiamento radicale connesso alla costruzione di programmi atti alla promozione del territorio del mezzogiorno e all’intrattenimento regionale, che può guardare ai volti storici della comicità pugliese e allo stesso tempo tentare un’operazione di ricerca di nuovi comici locali. Purtroppo questa statica attualità non è più praticabile: è tempo di rischiare.
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