Platinette si racconta alla Gazzetta di Parma dopo i momenti terribili e le difficoltà attraversate in seguito all’ictus ischemico che l’ha colpito lo scorso 17 marzo. La paura, la corsa in ambulanza, le cure e ora la riabilitazione. Marco Coruzzi spiega come, al momento del malore, si sia sentito come “bloccato in un fermo immagine, paralizzato dall’incapacità e dalla sorpresa di non riuscire ad avere reazione alcuna”.
Nell’intervista al quotidiano, Platinette ci tiene a ringraziare di cuore il suo fisioterapista che si era accorto accorge immediatamente di quanto stava succedendo e ha chiamato il 118. Marco Coruzzi descrive poi le prime notti in ospedale dove “dormire sarà un lusso o uno stato che mi resterà estraneo, non voglio perdermi nemmeno un istante del vivere”. Ma poi “passano i giorni e sente che qualcosa si muove e qualcosa no (la mia volontà di farcela?), perché, sia chiaro, ‘dal diamante non nasce niente, dal letame nascono i fior'” come ricorda il conduttore citando De Andrè, spiegando che “solo quando ti senti in mezzo a un mare di… guai, è la tua spinta che diventa una marcia in più a farti risalire in superficie, la sola che farà la differenza”.
Platinette sembra migliorare mostrandosi in fase di ripresa e postando alcune foto dall’ospedale, commentando: “Viva la vita”. Al quotidiano emiliano ha raccontato anche il suo percorso di riabilitazione rivolgendo un appello a chi sta male: “Non permettete che vi sia strappata via la speranza, per voi, per chi vi sta vicino, per un dopo che può solo migliorare”.
Il primo post dopo l’ictus di Platinette aveva dato già dato speranze ai fan e a tutti coloro che nei giorni dopo il malore gli sono stati vicino. Ricoverato all’ospedale Niguarda di Milano per accertamenti, dalla sua camera aveva voluto rassicurare i fan, pubblicando un selfie in cui manda un bacio ai follower. Nell’immagine che aveva postato a due settimane dall’ictus era però ancora sdraiato a letto, mentre con il secondo post sui social invece abbiamo visto Coruzzi in piedi che prova a camminare.