La giornalista e scrittrice Rula Jebreal è il Presidente della Giuria del Riviera Film Festival, che si svolgerà a Sestri Levante dal 10 al 15 maggio. A lei il premio Human Star. Le masterclass in programma
Sarà la giornalista e scrittrice Rula Jebreal a presiedere la Giuria del Riviera International Film Festival, dedicato a lungometraggi di registi under 35 provenienti da tutto il mondo, che si svolgerà a Sestri Levante dal 10 al 15 maggio. Nell’occasione, Jebreal riceverà anche il Premio Speciale “Human Star”.
Rula Jebreal: giornalista, scrittrice, sceneggiatrice e attivista
Rula jebreal è nota in Italia per la conduzione di programmi televisivi come Omnibus e Annozero, fino al Festival di Sanremo del 2020, dove ha dichiarato: “Ho imparato, venendo da luoghi di guerra, a credere nelle parole e non ai fucili, per cercare di rendere il mondo un posto migliore. Anche e soprattutto per le donne”. Da sempre impegnata in prima linea a favore del valore universale dell’arte cinematografica, è stata la sceneggiatrice del film Miral diretto da Julian Schnabel e tratto dal suo romanzo autobiografico, e nel 2008 ha scritto e prodotto un documentario a sostegno della moratoria delle Nazioni Unite sulla pena di morte. Jebreal, che sarà anche protagonista di un talk, dal titolo “Democrazia e Diritti Umani: come le guerre e i dittatori rappresentano la minaccia Esistenziale per il nostro Futuro”, proprio per il suo lavoro e contributo nel campo sociale e dei diritti umani, riceverà dal RIFF il Premio speciale “Human Star”. Ha così commentato la sua partecipazione al RIFF:
Fare da presidente di giuria ad un Festival come il RIFF e in un momento storico come questo è molto importante per me, perché sono una delle poche donne che ha viaggiato in teatri di guerra, raccontando la storia delle vittime vere dei massacri, che sono le donne, i bambini, i rifugiati ma raccontando anche l’altra parte della storia, ossia l’indifferenza dei leader mondiali alla sorte dei diritti umani e civili. Con il cinema, che reputo il linguaggio dell’arte – attraverso i film e i documentari in particolare – è possibile risvegliare le coscienze e avvicinare quei mondi lontani al nostro. Far conoscere le storie delle persone non privilegiate, sottomesse, soprattutto le persone che hanno sofferto di più in questo mondo schiacciate da dittature e da regimi autoritari, come la guerra che sta avvenendo in Ucraina e i crimini commessi contro i civili. Raccontare le storie degli ucraini, dei siriani, è come raccontare le storie di tutti noi. Attraverso il mio lavoro, da donna che ha vissuto sotto dittatura tutta la sua vita ma ha scelto di lavorare in occidente, ho cercato di risvegliare le coscienze e creare una narrazione di collettività e umanità. Nessuno di noi è libero se non siamo tutti liberi.
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