Alcuni dei più grandi autori della canzone popolare italiana vogliono cambiare il regolamento del Festival di Sanremo e restituire centralità alle canzoni
Insomma la canzone d’autore si ribella a Sanremo. «Sarebbe più giusto chiamarlo Festival della Canzone Italiana», hanno spiegato
ieri, presentando CampusBand Musica e Matematica, Mario Lavezzi, Alberto Salerno, Franco Mussida, Alfredo Rapetti Mogol e, con un video, anche Mogol in persona.
In sostanza, alcuni dei più grandi autori della canzone popolare italiana. L’obiettivo è di cambiare il regolamento del Festival di Sanremo e restituire centralità alle canzoni. Ora, come spiega Mario Lavezzi, «si privilegia il personaggio. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Una volta era diverso. Erano gli editori a decidere quali fossero gli interpreti dei brani presentati al Festival».
Un obiettivo molto alto. Ma anche un tentativo di ridare fiato ai giovani autori, sempre più spesso compressi dalle logiche di mercato. È un «sentiment», una sensazione sempre più diffusa negli ultimi anni alla quale i re dei nostri autori hanno aderito mettendoci la faccia come ormai non si è più abituati a fare. Ed è nato un manifesto che sarà presentato anche al ministro Franceschini e al sindaco di Sanremo, oltre che ai vertici Rai, con la firma di oltre cinquanta super nomi della nostra canzone, da Loredana Berté a Ornella Vanoni, da Gigi D’Alessio a Tony Renis passando per Roby Facchinetti, Maurizio Costanzo e Peppino Di Capri. «Si ritornerebbe al Sanremo di una volta – ha detto Mogol – e si alzerebbe il livello delle canzoni e la loro qualità. Oggi nella scelta si cerca il massimo dell’audience. Ma è più importante il livello della cultura popolare, da cui dipende quello della gente. Se continua a recedere, è gravissimo». Mario Lavezzi ha anche proposto l’idea di organizzare una sorta di «altro» Festival magari in autunno, in modo da valorizzare anche le vendite del periodo natalizio, tradizionalmente molto ingenti: «È paradossale che Sanremo non crei i maggiori successi dell’anno», ha spiegato lui che ha scritto alcuni dei brani più belli degli ultimi decenni (ad esempio Vita, scritta con Mogol e cantata da Dalla e Morandi).
Alla fine, il nuovo regolamento dovrebbe avere alcuni punti cardine: venti brani scritti da autori italiani, una giuria di professionisti senza condizionamenti, la successiva assegnazione delle canzoni agli interpreti. Una sfida colossale che potrebbe segnare un cambio di marcia decisivo. Vedremo.
Il Giornale