Un concerto empatico quello di Giorgia al Palapartenope di Napoli. Ha rapito anche le corde vocali del pubblico, trascinandole in ogni canzone. Pur lasciandosi andare a gorgheggi estremi, ha giocato con i fan prendendosi gioco della sua estensione vocale.
Ha soddisfatto le aspettative dei nostalgici con amarcord dei suoi successi passati e omaggiato a Prince con tre brani tra cui Purple Rain. Sullo sfondo uno schermo “atmosferico” ha riprodotto e assecondato gli stati d’animo delle sue canzoni con immagini abbinate alle sonorità.
L’ unica volta in cui ha rivolto le spalle al pubblico è stato per mettersi dalla prospettiva dei fan e guardare con i suoi spettatori le foto dei momenti più significativi della sua vita.
Il brano Gocce di memoria in versione reggae ha solleticato passi di danza e stemperato l’ anima malinconica del brano mentre fiocchi di neve e petali scorrevano sui sei monitor, da cui si sono animati nel corso della serata robot-zombie in carne ed ossa, interpretati da due ballerini di break dance.
Poliedrica e “napulegna” in alcune espressioni nell’ intervallo tra un brano e l’ altro, Giorgia è stata cangiante e trasformista anche nel vestire, con cambi d’abito repentini e dai colori sgargianti. Ha avuto solo belle parole per Napoli che ha difeso “dagli insulti di chi non la conosce”, lasciandosi andare anche a commenti politici.
Il Mattino