Terence Hill abbandona la fiction di Rai1 «Un passo dal cielo» e al suo posto arriva Daniele Liotti: vuole stare con la famiglia ed è anche molto impegnato per Don Matteo
È cresciuto a pane e Terence Hill. Ha visto tutti i suoi spaghetti-western, Daniele Liotti: «Hanno segnato la mia infanzia, non me ne perdevo uno — ricorda —. Ho imparato a giocare con le pistole, a mangiare il pollo e anche ad andare a cavallo, seguendo le avventure della coppia Hill-Spencer: per me un mito. E poi quei film li ho passati a mio figlio, che nutre la stessa passione». Adesso l’attore prende il posto del suo «mito», e cioè del capo della guardia forestale Pietro (Hill) in «Un passo dal cielo». A maggio prendono il via le riprese della quarta serie prodotta come sempre da Lux Vide per Rai Fiction, in dieci prime serate. «Quando mio figlio ha saputo che prendevo il posto di Terence — continua l’attore — è impazzito dalla gioia. Mi ha detto: ma davvero papà reciti al posto suo? Quei film stanno attraversando varie generazioni». L’ultima puntata della terza serie, la più vista del 2015, finiva con Pietro che partiva per una delicata missione umanitaria in Nepal: un escamotage per far sparire il personaggio. «Un’uscita che potrebbe anche non essere definitiva — avverte il produttore Luca Bernabei —. Ma Terence ha espresso il desiderio di stare un po’ più con la sua famiglia ed essendo anche molto impegnato per “Don Matteo” ha deciso, almeno per ora, di abbandonare il set di “A un passo dal cielo”. Non neghiamo che possa tornare. L’arrivo di Liotti non è una sostituzione, ma una continuazione della storia con un personaggio diverso che mantiene le caratteristiche del contesto in cui si svolge l’azione, quindi l’amore per la montagna, il Trentino Alto Adige, dove speriamo ci siano le condizioni per continuare a girare la fiction». Non è la prima volta che la star di una fiction seriale di successo esce di scena, per altri progetti, e viene a volte sostituita da un altro personaggio. Così è stato per «Un medico in famiglia», quando Giulio Scarpati abbandonò, dopo la seconda serie, lasciando il campo alla crescita di Nonno Libero interpretato da Lino Banfi. Clamorosa fu la dipartita di Patrick Dempsey che in «Grey’s Anatomy» era l’amatissimo Derek Shepherd: il personaggio fu addirittura eliminato da un incidente d’auto e sul web le fan si scatenarono furenti per la sua morte. Ma anche George Clooney, alla quinta stagione di «E.R.», uscì dal ruolo dell’altrettanto amato pediatra Doug Ross che lo aveva reso celebre, per fare carriera a Hollywood. Francesco Neri, così si chiama il nuovo personaggio impersonato da Liotti, è un ex membro del Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza (Nocs). Un uomo forte come le montagne che lo circondano, che sa essere duro quando necessario ma anche dolce e pronto ad aiutare il prossimo. «È un uomo segnato dal destino, da una ferita che sanguina dentro di sé — spiega il protagonista —. Nasconde un segreto che brucia in petto e per questo ha accettato il nuovo incarico in mezzo alla natura selvaggia, alla ricerca di pace, lontano dal suo passato. Quindi il mio ruolo — aggiunge l’attore, presto in teatro con Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom Stoppard — ha un ampio arco narrativo, che si sviluppa nel corso delle puntate fino alla scoperta finale: come attore è proprio questa crescita di un personaggio così sfaccettato su cui mi interessa lavorare». Ma «A un passo dal cielo» già nel titolo si rivolge a qualcosa che è più in alto delle cime dolomitiche e che ha che fare con la fede. «Io sono credente, ma il mio Francesco Neri non è, come Pietro, molto vicino a Dio: il dramma vissuto in passato, e che lo ha ferito, lo ha allontanato da ogni anelito religioso. La sua filosofia di vita è apparentemente egoistica. Ma entrando nella familiare comunità montana, scoprirà l’amore e vivrà un’ascesa verso i più alti valori morali». Terence Hill, nonostante la sua veneranda età, è un provetto cavaliere. «Sembra che ci sia nato a cavallo — commenta Liotti —. Io mi sto allenando tenacemente anche per le ripide scalate e le vertiginose discese. Se arriverò alla metà di quello che Terence ha dimostrato di saper fare, lo riterrò un ottimo risultato».
Corriere della Sera