
La storia di “No Other Land”
Il documentario racconta la distruzione del villaggio di Masafer Yatta, situato nel governatorato di Hebron, in Cisgiordania, per mano delle forze di difesa israeliane. Attraverso immagini e testimonianze dirette, il film esplora l’impatto devastante della politica di occupazione, mettendo in luce la lotta quotidiana della popolazione palestinese per il diritto alla propria terra.
L’appello dei registi durante la premiazione
Dopo aver ricevuto l’Oscar, i registi hanno colto l’occasione per lanciare un appello alla comunità internazionale. Basel Adra, giornalista e attivista palestinese, ha dichiarato:
“Chiediamo al mondo di prendere seri provvedimenti per fermare l’ingiustizia e la pulizia etnica del popolo palestinese.”
Adra ha poi condiviso un toccante dettaglio personale:
“Circa due mesi fa sono diventato padre e spero che mia figlia non debba vivere la stessa vita che sto vivendo io ora. ‘No Other Land’ riflette la dura realtà che sopportiamo da decenni e a cui ancora resistiamo.”
Da parte sua, il co-regista Yuval Abraham, israeliano, ha sottolineato le disuguaglianze del sistema legale in cui convivono israeliani e palestinesi:
“Viviamo in un regime in cui io sono libero per la legge civile, mentre Basel è soggetto a leggi militari che distruggono la sua vita e che lui non può controllare. Esiste un’altra strada, una soluzione politica senza supremazia etnica, con diritti nazionali per entrambi i nostri popoli.”
Un documentario che scuote le coscienze
La vittoria di “No Other Land” agli Oscar 2025 rappresenta non solo un riconoscimento artistico, ma anche un importante passo per amplificare la voce di chi denuncia le ingiustizie in Palestina. Il film si inserisce in un contesto di crescente attenzione internazionale sulle tensioni in Medio Oriente, ribadendo l’urgenza di una soluzione politica equa e sostenibile.