“Anora” trionfa agli Oscar: il film di Sean Baker tra successi e polemiche

“Anora” trionfa agli Oscar: il film di Sean Baker tra successi e polemiche

Un’opera dal forte legame con la cultura russa conquista Hollywood

Il film “Anora” di Sean Baker ha dominato la notte degli Oscar, conquistando cinque statuette su sei nomination, inclusa quella per il Miglior Film. L’opera, che esplora una travolgente storia d’amore tra una ballerina di lap dance e il figlio spericolato di un oligarca russo, ha ricevuto elogi per l’autenticità dei suoi dialoghi in russo e per la capacità di raccontare con profondità le dinamiche di potere e la lotta di classe.

Tra i protagonisti del successo, spicca il nome di Yura Borisov, candidato al premio come Miglior Attore Non Protagonista per il ruolo di una brutale, ma sorprendentemente sensibile, guardia del corpo russa. Sebbene non abbia vinto l’Oscar, in patria Borisov è stato celebrato come un simbolo del disgelo culturale tra Russia e Stati Uniti.

Un film che divide l’opinione pubblica

“Anora” è ambientato in un mondo pre-pandemia, non toccato dalla guerra, e proprio questa scelta narrativa ha sollevato critiche. Alexander Rodnyansky, produttore cinematografico ucraino, ha espresso disagio per l’assenza di qualsiasi riferimento al conflitto in corso:

“È il terzo anno di guerra su vasta scala… e non c’è una sola parola sulla guerra. La sensazione di disagio non se ne va mai del tutto.”

Ma è soprattutto la nomination di Borisov ad aver suscitato polemiche in Ucraina, dove è stata interpretata come un segnale di normalizzazione culturale nei confronti della Russia.

Yura Borisov e il suo passato tra Mosca e Hollywood

Prima di essere notato da Sean Baker, Yura Borisov aveva già costruito una solida carriera in Russia, con ruoli in film che spesso riflettevano la narrazione patriottica del Cremlino. Tra questi, il biopic “Kalashnikov”, girato in parte in Crimea dopo l’annessione del 2014, e l’interpretazione di Alexander Pushkin, il poeta più venerato della Russia.

Né Borisov né il suo co-protagonista Mark Eydelshteyn, che in “Anora” interpreta il figlio privilegiato di un oligarca, hanno mai preso pubblicamente posizione sull’invasione dell’Ucraina, mantenendo un profilo neutrale che ha permesso loro di muoversi liberamente tra la Russia e l’Occidente.

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