Dal grande al piccolo schermo: quando si ha una buona storia da raccontare tutto è possibile. È quello che è successo a Tutta Colpa di Freud. La serie tv con un cast di volti noti del panorama televisivo nostrano è prodotta da RTI, con la partecipazione di Lotus Production e in collaborazione con Amazon Prime Video.
In poco tempo ha catturato l’attenzione del pubblico, e non lo ha fatto con una storia complessa e di difficile fruizione, ma con i toni di una commedia familiare sagace e brillante. Disponibile dal 26 febbraio, gli otto episodi che compongono la prima stagione colpiscono nel segno grazie a un racconto semplice ma onesto, ambientato sotto il cielo di una raggiante Milano. Tutta Colpa di Freud è si un prodotto originale, ma è liberamente ispirato all’omonimo film del 2014 diretto da Paolo Genovese (qui è solo l’ideatore del concept). Perché merita di essere visto? È una commedia sentimentale al femminile. Non una serie sulla psicanalisi.
Una serie dalle sfortunate coincidenze
Con una trama coesa e che non si perde in giri di parole, la serie di Amazon Prime è divertente, scanzonata, ma anche emozionante e melanconica. Un mix riuscitissimo che ha permesso allaserie tv di trovare spazio tra il pubblico medio, e di chi è in cerca di una storia accattivante ma che faccia sorridere con gusto. Il protagonista è Francesco Tamarelli (Claudio Bisio). Lui è uno psicologo che ha cresciuto da solo le sue tre figlie a cui è particolarmente legato, dopo che la sua ex moglie ha preferito lasciare Milano per inseguire cause umanitarie. Francesco è sollevato dal fatto che Marta (Marta Gastini), Sara (Caterina Shulha) ed Emma (Demetra Bellina) abbiano lasciato il loro nido.
Ma, per una serie di sfortunate coincidenze, le ragazze si trovano a vivere di nuovo sotto lo stesso tetto. Sara è a un passo dal matrimonio ma non è più convinta di amare il suo compagno; Marta deve riprendere in mano la sua carriera da assistente universitario dopo una delusione amorosa; Emma invece insegue il suo sogno di diventare influencer. Ad arricchire il cast c’è Max Tortora, nei panni del fratello di Francesco. Spalla comica e romano verace, sarà un punto di riferimento per tutti i personaggi.
Perché è “Tutta colpa di Freud”?
Il titolo di un film o, in questo caso, di una serie tv deve identificare il messaggio che si legge tra le pieghe del racconto. E in Tutta colpa di Fred non è facile trovare il senso e la spiegazione plausibile che c’è dietro la storia di Paolo Genovese. Il regista riprende il pensiero del padre della psicoanalisi non solo perché il protagonista è uno psicologo che si trova invischiato (la maggior parte delle volte) nei problemi dei suoi pazienti e delle sue stesse figlie. Lo fa per un motivo ben preciso, perché attraverso uno studio, Genovese ha trovato il modo di associare il sentimento amoroso e come stravolage la vita di ognuno a una nevrosi del pensiero freudiano.
Più precisamente, però, la “nevrosi amorosa” ipotizzata da Freud e che il regista ha preso in prestito si avvicina molto al pensiero di un noto filosofo indiano, contemplatore della Natura e degli istinti, tale Rabindranath Tangore diventato anche Premio Nobel per la letteratura nel 1913. Il poeta e scrittore ha immaginato un mondo dominato dalla forza della natura, degli istinti e dall’accettazione dello “spettacolo della vita” in ogni sua particolarità. Ipotizzando come l’amore sia una di queste forze che, “come un monsone”, scuote la vita e alimenta lo spirito umano. Inoltre ha spiegato che il sentimento amoroso può essere così forte tanto da smuovere il cuore e la mente.
Le differenze con il film del 2014
Non è un sequel ma non è neanche un reboot. La serie tv di Amazon deve essere vista sono come un prodotto di intrattenimento che approfondisce solo alcune telematiche del film. Paolo Genovese figura solo come storyteller, lasciando a Ronaldo Ravello la regia di tutti gli episodi. La miscela non cambia. Sono i contenuti a essere diversi. Il film era ambientato a Roma, qui invece siamo a Milano in un periodo non identificato. A cambiare sono i volti della famiglia Tamarelli. Claudio Bisio prende il posto che è stato interpretato da Marco Giallini; Marta (la figlia di mezzo) nel film era interpretata da Vittoria Puccini, alle prese con la gestione di una biblioteca ereditata dal nonno e una relazione con un non-udente. Qui invece la giovane è un’assistente universitaria che si lega a un avvocato del lavoro.
Sara, la primogenita, aveva il volto di Anna Foglietta ed era una donna energica, gay, e dalla battuta sempre pronta che torna in Italia dopo una lunga permanenza negli Stai Uniti decidendo di trovare l’amore in un uomo, con conseguenze disastrose; la giovane Emma invece nella pellicola del 2014 era ancora una studentessa di liceo, legata a un uomo più grande (Alessandro Gassmann) che ha sua volta era sposato con Claudia (Claudia Gerini), diventata poi interesse amoroso di Francesco. Nella serie tv il triangolo non è stato considerato. Anzi, il protagonista ha una storia d’amore ma con la sua dottoressa che ha il volto di Claudia Pandolfi. Il personaggio di Max Tortora, infine, è stato creato appositamente per diventare spalla comica di Bisio.
E prima ancora c’era una miniserie tv ispirata al film: le curiosità
In pochi sono a conoscenza di questa curiosità su Tutta colpa di Freud. Il film nel 2014 ha ottenuto un buon consenso da parte del pubblico. Candidato anche a due David di Donatello, ha avuto un’altra trasposizione in tv prima di quella che è disponibile su Amazon. Il 17 e il 18 dicembre del 2014, su Canale 5, è stata proposta una versione estesa del film, spalmata in due prime serate. Il regista non ha fatto altro che proporre al pubblico di Mediaset lo stesso lungometraggio che è stato proiettato nelle sale, arricchendo però la storia con altre gag che purtroppo sono state tagliate dalla versione finale. Far diventare Tutta colpa di Freud una serie tv a tutti gli effetti nasce da un’idea ben precisa. La sceneggiatura all’inizio era molto lunga, per il film sono state scelte solo alcune parti. Da qui l’intenzione di ricreare l’atmosfera e contestualizzarla in un ambiente diverso dal solito. È già previsto un suo debutto su Canale 5, e quindi al di fuori di Amazon come è avvenuto per Made in Italy. La serie, infatti, tra tre anni verrà trasmessa sulla rete ammiraglia di Mediaset non appena terminerà il diritto di esclusività da parte del colosso dello streaming. Il cast è composto per lo più da attori e attrici poco noti. Claudio Bisio e Max Tortora (come anche Stefania Rocca) sono quelli più celebri. Bisio, ad esempio, è stato la prima scelta per interpretate il personaggio di Francesco. La serie era prevista durante la settimana di San Valentino, ma a causa dei ritardi alla post-produzione dovuta alla pandemia da Covid-19, la programmazione è slittata ma solo di una sola settimana.
Carlo Lanna, Ilgiornale.it