Il 1 marzo 1969 un Jim Morrison ubriaco fradicio sale sul palco a Miami di fronte a 12 mila persone. Non riuscirà a eseguire per intero quasi nessun pezzo e lancerà al pubblico confusi appelli alla sedizione. Una performance che gli sarebbe costata il carcere ma sarebbe rimasta per sempre nell’immaginario collettivo
Primo marzo 1969, Dinner Key Auditorium nel quartiere di Coconut Grove a Miami. È quel giorno e in quel luogo che la storia dei Doors intraprende una parabola discendente che finirà per schiantarsi con la prematura morte del loro frontman, Jim Morrison. La serata è molto calda, Ken Collier, il promotore dello show si rende conto che la richiesta di biglietti supera nettamente la capienza dell’Auditorium, che in realtà non era altro se non un vecchio hangar per aeroplani.Così via le 7000 sedie che indicavano la capienza massima prevista dalla legge e tutti dentro. Alla fine i ragazzi presenti ad assistere al concerto erano 12 mila, quasi il doppio di quelli consentiti. 12 mila giovani, molti dei quali alterati dalle droghe che nel 1969 a Miami giravano in gran quantità. La band è pronta per cominciare ma, come ormai succede quasi di regola, di Morrison nessuna notizia.La verità è che ha perso ben due coincidenze di aerei durante il giorno e nell’attesa si era dedicato alla solita sfida al massacro con se stesso: l’alcool. Così arriva sul palco non solo con più di un’ora di ritardo ma anche ubriaco fradicio. Il concerto si trasforma praticamente da subito in quella che comunque sarà ricordata come una delle esibizioni più rock della storia del rock.Un’esibizione praticamente senza musica, forse sarebbe meglio chiamarla performance alcolica, allucinata, buona per alimentare la leggenda del genio maledetto di Morrison che, una volta salito sul palco attacca il suo monologo sconnesso: “Non sono qui a parlare di rivoluzione. Non sto parlando di manifestazioni. Dico solo, divertiamoci. Divertiamoci quest’estate. Allora, venite tutti a Los Angeles. Venite tutti là. Ce ne staremo sdraiati sulla spiaggia, bagneremo i piedi nell’oceano e ci divertiremo.Siete pronti?” lo ripete otto volte, e dopo una serie di “Yeah” finalmente parte Back Door Man, ma Jim regge appena due strofe, e al momento dell’assolo di Krieger torna a parlare con il pubblico: “Ho bisogno d’amore, come tutti. Avanti. Ho bisogno di bei momenti, dolce tesoro. Dai. Amami! Dai! Non ce la faccio… Non ce la faccio senza amore”.Il pubblico fin qui è dalla sua parte, risponde con sonore risate, come si evince chiaramente dagli audio che si possono trovare su YouTube. Allora Jim continua, invitando addirittura il pubblico a salire sul palco con lui, cosa impossibile dato che a separare pubblico e band, come accadeva sempre ai loro concerti, c’era una fila di poliziotti pronti a menare all’occorrenza sia il pubblico che la band.Gli altri membri dei Doors provano a riportare Jim in carreggiata attaccando Five To One, ma lui non riesce ad andare ancora una volta oltre le due strofe e sbiascicando le parole del testo che diventano praticamente incomprensibili. “Siete un branco di fottuti idioti!!!” grida dunque al pubblico che, come ipnotizzato dalle profezie del loro sciamano di riferimento (cosa che Morrison in pratica rappresentava e rappresenta tutt’oggi per i fan dei Doors), ride e applaude; “Lasciate che vi si dica cosa fare! Lasciate che vi comandino a bacchetta! Quanto pensate che possa durare? Per quanto lascerete che vi diano ordini? Per quanto? Forse vi piace? Forse vi piace essere comandati! Forse amate esserlo? Forse vi piace farvi ficcare la faccia nella m….a! Forza! Forse vi piace farvi manovrare. Vi piace, vero? Sì che vi piace. Siete un branco di schiavi. Un branco di schiavi. Siete tutti degli schiavi. Vi lasciate comandare a bacchetta da tutti”.Qualcuno del pubblico a questo punto comincia a rumoreggiare, a reagire, qualcuno gli urla perfino “Rilassati!”, così lui riprende chiedendo “Che cosa pensate di fare?!!” cinque volte e “Che cosa farete???” altre tre. Ma poi si ricollega alla canzone interrotta ormai minuti fa e riesce a portarla a termine.Ma Jim quella sera non ha voglia di cantare, evidentemente non ne è nemmeno in grado, tant’è che quando la band attacca Touch Me a seguire, lui canta i primi due versi e poi s’interrompe perché non riesce a star dietro al ritmo “Ehi, aspettate un momento! Aspettate un momento! Aspettate un momento! Hey aspettate un momento, è una m….a! Adesso aspettate un momento. Aspettate un momento. Così fa cag….e! Dai! Aspettate un attimo. Non ho intenzione di continuare. Aspettate un attimo! Non voglio questa m……a! Non voglio averci niente a che fare. Adesso aspettate un momento. Ca…..te!” così la band rinuncia e passa al pezzo successivo previsto in scaletta, Love Me Two Times, ma anche questo non va molto a Morrison, che decide invece di cantarlo, quasi di recitarlo, in maniera del tutto neutra, sbiascicante, stonata e mononota. Andata anche questa. Così la band prova ad attaccare con When The Music’s Over, e il frontman stavolta decide di bocciarla storpiando le parole e rendendole incomprensibili. Così, mentre gli altri continuano a suonare lui riprende a parlare col pubblico: “Ascoltate, un tempo pensavo fosse tutto uno scherzo. Pensavo fosse tutto da ridere. Nelle ultime sere però ho incontrato gente che faceva qualcosa. Tentano di cambiare il mondo e io voglio fare come loro”.Le persone alle quali si riferisce Morrison probabilmente sono gli appartenenti a un gruppo teatrale sperimentale del Living Theatre con il quale nei giorni precedenti Morrison aveva messo su delle performance estremamente provocatorie, nel 2012 infatti Daveth Milton scriverà un libro dal titolo “We Want the World: Jim Morrison, the Living Theatre and the FBI”. “Voglio cambiare il mondo” grida al suo pubblico Jim “Voglio cambiarlo. Yeah! Yeah! Cambiarlo!” ed ha anche un piano ben definito “La prima cosa che faremo è assumere il controllo di tutte le scuole! Dopo le scuole, dovremo controllare tutte le…”, evidentemente a questo punto perde il filo, così attacca Away In India.A seguire altre provocazioni, compresa una che agita particolarmente il pubblico, quando Jim dice che anche lui è nato da quelle parti, in Florida, ma quando poi ha cominciato a ragionare (molti l’hanno presa come “quando sono diventato intelligente”) “me ne sono andato in uno Stato meraviglioso chiamato California!” e continua “Ascoltate ora! Non sto parlando di rivoluzione! Non sto parlando di rivoluzione! Non sto parlando di manifestazioni! Dico divertiamoci! Dico balliamo. Voglio vedere che vi alzate e ballate. Voglio vedervi ballare per le strade quest’estate. Voglio vedervi che vi divertite. Voglio vedervi vagare senza meta. Voglio vedervi dipingere la città. Voglio vedervi scuoterla. Voglio vedervi urlare. Voglio vedere del divertimento. Voglio vedere che tutti si divertono. Noi siamo insieme. Siamo insieme. Siamo insieme, tesoro. Siamo insieme”.La band a quel punto spera di riprendere il concerto attaccando Light My Fire che Morrison canta con grande energia continuando ad incitare Manzarek e lo stesso Krieger, che “subisce” da Morrison anche la simulazione di un rapporto orale. Ma la situazione probabilmente degenera quando Lewis Marvin, dei Moonfire, presente tra il pubblico, riesce a salire sul palco e consegnare a Morrison un agnello. Jim non fa una piega “Me la farei, ma è troppo giovane!”.A questo punto la registrazione si ferma e prosegue la leggenda che parla di una giovane salita sul palco che innaffia letteralmente Morrison con una bottiglia di champagne. Jim a quel punto dice “vediamo un po’ di pelle, spogliamoci” mentre si comincia a slacciare la camicia e così fa il pubblico che inizia a spogliarsi. Ad un certo punto si sente una voce, che molti ricollegano a quella del promoter Ken Collier, che avvisa che “qualcuno si sta facendo male”, così Morrison viene portato fuori a forza, come accadeva ormai quasi di regola.La band dopo il concerto, rispettando un piano già organizzato, abbandona in fretta e furia Miami salendo su un aereo diretto ai Caraibi. Ma in quell’America lì difficilmente di fronte a certe situazioni si chiude un occhio. Mentre i Doors si riposano, il 5 marzo l’ufficio dello sceriffo della Contea di Dade emette un mandato di cattura nei confronti di Jim Morrison, accusandolo di aver mostrato il suo pene durante lo show e aver urlato oscenità. La band, sentita poi dai giornali, non nega che il loro cantante fosse ubriaco e su di giri, ma assicura che non ha mai commesso atti così esplicitamente osceni. Il fatto che Morrison sia già lontano viene intesa, probabilmente volutamente intesa, come una fuga, tanto che la sua foto finisce addirittura in mezzo a quelle dei ricercati dai servizi segreti militari.Una reazione talmente strana e furiosa quella delle autorità americane che c’è chi sospetta che lo stesso concerto di Miami fosse stato organizzato ad hoc per far saltare il banco e condannare in via definitiva questi ragazzacci del rock, capaci con la loro musica di veicolare messaggi pericolosamente rivoluzionari.In realtà la cosa a quanto pare si sarebbe potuta risolvere con un concerto gratuito dei Doors, ma Morrison rifiutò il patteggiamento; così venne condannato a sei mesi di carcere con lavori forzati e una multa di 500 dollari. Ricorse in appello ma i tempi della giustizia si allungarono, nel frattempo Jim Morrison si era già trasferito a Parigi insieme alla sua amata Pam, dove morirà il 3 luglio del 1971.Non essendoci appello la sentenza rimase quella: colpevole. Così nel 2007 il governatore della Florida Charlie Crist, dopo le numerose pressioni dei fans dei Doors, decide di operarsi per concedere a Jim Morrison la grazia postuma per i reati commessi. La grazia arriverà nel 2010, 41 anni dopo l’esibizione meno musicale eppure forse più rock e leggendaria di quello che per sempre resterà un mito assoluto della storia della musica. Un mito irripetibile. Il mito di Jim Morrison.
Gabriele Fazio, Agi