search big per nuovi serial Usa” width=”325″ height=”188″ />‘Potete fare un House of Cards anche in Italia”. Non scherza Kevin Spacey mentre parla all’ANSA della sua ultima fatica nei panni del cinico e perfido Frank Underwood, che all’apice della carriera politica è ora presidente degli Stati Uniti. Per rappresentare scandali e corruzione secondo l’attore anche per la politica italiana ci vorrebbe una serie tv ormai cult come ‘House of Cards’, la cui terza stagione va in onda in onda negli Stati Uniti e in Italia (su Sky Atlantic HD dal 4 marzo con gli episodi in italiano, dopo i primi due episodi andati in onda il 27 febbraio in contemporanea con gli Usa in versione originale).
Per sembrare ancora di più Underwood, Spacey indossa una giacca e una cravatta impeccabili. E’ l’unico di tutto il cast, fra cui la bravissima Robin Wright (nei panni della moglie Claire) e Michael Kelly (in quelli del fedele assistente), che arriva alla presentazione con la stampa a Londra in tenuta elegante. Scivola sulla risposta se ci sia o meno un leader politico attuale simile a quello della serie ma guardando indietro alla storia è sicuro che Underwood avrebbe ammirato il presidente Usa Lyndon Johnson.
”In tutta la sua carriera al Congresso era rinomato per essere un figlio di puttana senza scrupoli che manipolava le persone per farle votare come voleva”. Come vice presidente inoltre era molto ambizioso, ha detto ancora Spacey, per poi sottolineare come però Johnson, accusato anche di essere coinvolto nella morte di John Fitzgerald Kennedy, una volta presidente fece passare alcune fra le più importanti leggi sui diritti civili nella storia del Paese. ”E’ stato un presidente molto efficiente e per questo Underwood lo ammirerebbe di sicuro”.
Il personaggio è entrato così tanto in Spacey che la star di Hollywood addirittura lo ‘difende’. ”Non voglio definirlo malvagio”, dice del politico che nella serie televisiva arriva addirittura ad uccidere per farsi strada nella sua carriera. ”Non giudico mai i miei personaggi”. E poi non resiste alla battuta sul perchè la serie stia avendo tanto successo negli ambienti politici, a partire da quelli di Washington, anche se esce un quadro a dir poco inquietante dell’establishment. ”La gente è masochista”, afferma sorridendo. I personaggi di ‘House of Cards’ sono quindi allo stesso tempo, amati e odiati. Pensa così il pubblico e chi li interpreta. Come Robin Wright che definisce Claire, l’ambiziosa e risoluta moglie di Underwood e first lady come ”cinica” ma ”pratica ed efficiente”. Tanta attenzione al suo look e ai dettagli nella casa della donna che non vuole le rose, perchè sono troppo scontate, e preferisce i tulipani. Non osa sbilanciarsi in paragoni incauti sulla first lady attuale, Michelle Obama, tanto rinomata per la sua passione per la moda.
La Wright alla recitazione ha preferito stare dietro la macchina da presa, dirigendo alcuni episodi della serie. Da ora in poi vorrebbe dedicarsi di più a quel ruolo attratta dal ”gioco d’architetture” che è per lei la regia. Un altro attore cruciale nel cast è Michael Kelly, che interpreta Douglas ”Doug” Stamper, il braccio destro di Frank, pronto ad aiutarlo soprattutto quando si tratta di sporcarsi le mani.
Nella terza serie viene descritto nei particolari il suo recupero dopo che è sopravvissuto al tentativo di omicidio da parte della ‘squillo’ Rachel. ”Non è stato facile recitare in quella parte, ho dovuto infatti studiare le conseguenze dei danni cerebrali e vedere il loro effetto sui pazienti”, ha detto Kelly. Nelle prime due puntate della serie sembra quasi che Frank lo voglia escludere dal suo cerchio magico. ”Ma Doug non pensa mai di essere stato tradito, è sempre fedele al suo capo, e presto potrà tornare in azione”.