Un nuovo albo illustrato per bambini, “Gli abitanti delle nuvole”, descrive un mondo aereo con architetture fantastiche e un’insolita assenza di colore: “Ci siamo ispirati alle Ande e al barocco romano”
Tra le nubi, secondo la fantasia di due architetti italiani, c’è una metropoli di guglie e ponti sospesi, di finestre, scalinate monumentali e vascelli volanti. La avvolge il proverbiale candore del cielo, opprimente, tranne quando la pioggia cade, portando con sé la meraviglia del colore. Sembra la creazione di un utopista settecentesco. E invece è un albo illustrato, una favola Gallucci di quelle consigliate “dai 7 ai 99 anni”, come si legge sulla quarta di copertina. Si intitola Gli abitanti delle nuvole ed è il secondo libro di Marino Amodio e Vincenzo Del Vecchio. Classe 1989, di Napoli, sono entrambi architetti: il primo lo è anche per lavoro, il secondo solo di formazione, visto che ormai è un illustratore a tutti gli effetti.
La loro precedente creatura, Terraneo, finalista al premio Andersen, si rifaceva all’immaginario delle Città invisibili di Italo Calvino, narrando di un tempo mitico in cui le città costiere del Mediterraneo eran tutte parte di un’unica isola. Anche adesso, nel grande abitato sospeso descritto nel nuovo albo, sembra di poter scorgere gli echi di molte creazioni della fantasia del grande scrittore. Ma c’è di più. “Questo libro”, spiega Amodio, l’autore dei testi, “nasce da un’esperienza in Perù“. Sono stato un mese sulle Ande, dove c’è spesso questa totale immersione nel bianco, a quattromila metri. Ho visto un toro a quella quota e pensare che vivesse tra le nuvole, dove si forma la pioggia, mi ha fatto venire questa idea”.
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