“Ci sono poche donne in questo festival. Mi fa piacere ritrovare la Bertè, la Turci e Arisa. Siamo tutte amiche. Trovo che la Tatangelo sia brava. Federica carta non la conosco. Ma potevamo essere un po’ di più. Si fa tutto questo parlare di uguaglianza ma poi siamo sempre là”. Patty Pravo, che si accinge ad affrontare la sua decima partecipazione al festival di Sanremo, in coppia con il rapper Briga, punta il dito sulla predominanza maschile nel cast in gara, che in effetti conta 6 donne su 27 cantanti (21 solisti e 3 duetti).Lei, che il palco dell’Ariston l’ha calcato per la prima volta nel 1970, 49 anni fa, è però molto felice per la massiccia presenza di giovani in gara: “Io tifo sempre per i giovani, purché siano bravi. Briga per esempio sa cantare. Mentre non tutti i rapper italiani della nuova generazione lo sanno fare”, aggiunge Patty. L’artista porta a Sanremo il brano ‘Un po’ come la vita’: “Un brano che è un suggerimento a prendere la cose dal lato buono del cuore, quello che ci aiuta a trovare quel ‘senso della vita’ che dovrebbe guidare i nostri passi oltre ai muri che ci nascondono gli orizzonti… per essere finalmente in grado di trovare, dentro di noi, quegli spazi ‘infiniti come il cielo’ che ci rendono liberi e protagonisti della nostra vita”. Il brano fa parte del nuovo album di Patty, ‘Red’, che uscirà l’8 febbraio e che vanta tante collaborazioni importanti: Giuliano Sangiorgi ha scritto il pezzo ‘Dove eravamo rimasti’ (“Me lo ha regalato per il mio compleanno”, dice Patty); Ivan Cattaneo ha scritto una lirica struggente che è entrata subito nel cuore di Patty e che si intitola ‘La carezza che mi manca’. Ci sono poi le firma del talentuoso Giovanni Caccamo (che sarà l’ospite di Patty e Briga nei duetti del venerdì) con ‘Pianeti’, di Diego Calvetti (che si è occupato anche della produzione artistica del disco), di Marco Rettani (autore tra l’altro di Pausini, Noemi, Amoroso, Nomadi), di Zibba, di Antonio Maggio con ‘Padroni non ne ho’ e di Fulvio Marras. Ma la sorpresa più emozionante è ‘Io so amare così’, una canzone lasciata in eredità all’amica di una vita da Franco Califano. “Quando è morto, Franco ha lasciato scritto nel testamento – racconta Patty – che questo brano inedito dovevo cantarlo io. E io non potevo non esaudire questo desiderio”.Infine nel disco trova posto anche un omaggio ad un brano che proprio quest’anno compie 50 anni (1969/2019) e che in tutti questi anni non è mai uscita dalla scaletta dei concerti live di Patty Pravo: “Il Paradiso” di Battisti e Mogol. “Festeggio le nozze d’oro con questo brano”, sorride l’artista.Delle polemiche prefestivaliere non vuol parlare: “Io non parlo di politica, quando si parla di canzoni. Secondo me, quando vai a Sanremo, devi andare a fare il tuo mestiere: cantare, sorridere e tornartene in albergo…”. È una critica alle dichiarazioni di Baglioni sui migranti? “No. Questo è quello che faccio io. Ma ognuno è libero di fare e dire quello che gli pare”.Del Sanremo di Baglioni non sa molto: “Lo scorso anno il festival non l’ho visto. Baglioni? Non abbiamo una grande frequentazione ma ci conosciamo da quando eravamo bambini”. Per un cantante il fatto che sia un collega il direttore artistico è una garanzia in più? “Dipende. Vedremo”, risponde sibillina Patty, che per gli abiti di scena di Sanremo 2019 promette sorprese. “Decido tutto io, insieme al mio assistente. Ma io ho l’ultima parola, perché sul palco ci vado io”, conclude ridendo.
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