Ciak si canta, da Chiatti & Riondino a Rossi è il momento dei «cantattori»

Ciak si canta, da Chiatti & Riondino a Rossi è il momento dei «cantattori»

Da «Un’avventura» con Laura Chiatti e Riondino a «Io sono Mia». Film sulle canzoni di Battisti e Mogol e biografie: anche il cinema italiano riscopre la musica

L’avevamo lasciato a Montelusa, ispettore Giovanni Bovara per il Camilleri de La mossa del cavallo. Lo ritroviamo nello scompartimento di un treno mentre canta a squarciagola Un’avventura, uno degli indimenticabili del repertorio Battisti & Mogol nel nuovo film di Marco Danieli con cui aveva girato La ragazza del mondo. Michele Riondino è l’ultimo della schiera sempre più affollata di attori cantanti. Al suo fianco Laura Chiatti che, invece, con le canzonette ha frequentazioni più antiche, fin dal Karaoke di Fiorello. In Un’avventura, questo il titolo, oltre a cantare, i due attori ballano su coreografie di Luca Tommasini. Non di biopic battistiano si tratta, infatti, ma di musical vero e proprio. Una storia d’amore (in sala dal 14 febbraio, San Valentino, per Lucky Red) costruita intorno ai successi della coppia d’oro della nostra musica leggera. Mogol ha fatto da consulente artistico, gli arrangiamenti sono curati da Pivio e Aldo De Scalzi, già autori della colonna sonora del fortunato Ammore e malavita dei Manetti Bros. Il catalogo è quello che ci si aspetta — Non è Francesca, Dieci ragazze, Balla Linda — reinterpretate dai due attori. Nel cast anche Diodato.

Da Santamaria a Foglietta
Ciak si canta. Non è una novità ma sta diventando un’abitudine, anche da noi. Mentre, qualunque sarà il numero di statuette il 24 febbraio al Dolby Theatre, il successo di A Star is Born e Bohemian Rhapsody certifica la consacrazione definitiva degli sconfinamenti tra cinema e musica. Per la gioia di Lady Gaga, Bradley Cooper e Rami Malek. Venendo a noi, tra i più intonati del nostro cinema, oltre a Paola Cortellesi che duetta con Laura Pausini, o Matilda De Angelis, approdata ai set dai palchi live, c’è Claudio Santamaria che già si misurò Rino Gaetano (mentre Luca Marinelli ha affrontato il mito De André). E nel prossimo film di Gabriele Salvatores Se ti abbraccio non aver paura, è il «Modugno della Dalmazia», con in repertorio anche il più classico dei classici, Volare. «Evviva. Mi sono battuta da sempre per questa libertà», commenta Serena Rossi che in Io sono Mia di Riccardo Donna ha prestato volto e voce a Mia Martini (dopo il passaggio in sala, dal 12 febbraio sarà su Raiuno). «Quando ho iniziato, nel 2002, i due talenti potevano dialogare solo sul palcoscenico di un musical. Ma poi ti veniva chiesto di fare una scelta, o cantare o recitare, al contrario degli Usa dove le contaminazioni sono usuali. Si pensava che il nostro pubblico non fosse pronto. Invece lo è eccome. Ce ne siamo accorti l’anno scorso con Ammore e malavita, dopo la proiezione al festival di Venezia. Entusiasmo puro. Poi sono arrivati i premi». Con lei c’era anche Claudia Gerini, altra collega che si diletta con la musica. Una di quelle che l’anno scorso all’Ariston — dove Serena Rossi duetterà con Claudio Baglioni in Almeno tu nell’universo — guidava il coro per Pierfrancesco Favino sulle note di E adesso spogliati insieme a tutto il cast di A casa tutti bene di Gabriele Muccino. Anche Anna Foglietta è in direzione Sanremo (dove potrebbero arrivare Chiatti & Riondino). Condurrà il Dopofestival con il collega «cantattore», Rocco Papaleo. «Non mi stupisce che sempre più colleghi che fanno cinema si misurino con il canto — osserva —. Nell’arte le contaminazioni sono fondamentali. Penso a De Sica, ma anche David Bowie, Lady Gaga che, al contrario, si sono cimentati come attori venendo dalla musica. Penso che in Italia si possa fare molto di più». Chi ci crede da sempre è Ivan Cotroneo, precursore degli sconfinamenti con Tutti pazzi per amore e ora con La compagnia del cigno. «Giusto che gli attori si misurino con le voci come già fanno con il corpo. È cambiato il modo di raccontare: la musica diventa un momento narrativo, anche drammatico, non solo un corredo, La la land insegna. È una tendenza che si sta espandendo. Ne sono felice».

corriere.it

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