Venerdì 3 gennaio, alle ore 21.15, Rai 5 propone la straordinaria reinterpretazione de “La Bohème” di Giacomo Puccini, diretta da Mario Martone e prodotta da Rai Cultura e dal Teatro dell’Opera di Roma. Questa versione innovativa è ambientata nei suggestivi Laboratori di Scenografia del Teatro dell’Opera, un luogo che diventa parte integrante del racconto.
Un’opera ambientata tra arte e archeologia industriale
Il film-opera si svolge in uno spazio unico: i laboratori di via dei Cerchi a Roma, dove scenografi, costumisti e tecnici creano la magia teatrale. Questo scenario di archeologia industriale, con officine, depositi di costumi e falegnamerie, rappresenta il set perfetto per raccontare la gioventù bohémienne di Puccini da un punto di vista inedito. Qui, il dietro le quinte del teatro diventa il palcoscenico della vicenda.
Un cast eccezionale per una storia senza tempo
La regia musicale è affidata a Michele Mariotti, Direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma, che guida l’orchestra posizionata negli spazi monumentali dei laboratori.
- Rodolfo: Jonathan Tetelman
- Mimì: Federica Lombardi
- Musetta: Valentina Naforniţă
- Marcello: Davide Luciano
- Schaunard: Roberto Lorenzi
- Colline: Giorgi Manoshvili
- Benoît: Armando Ariostini
- Alcindoro: Bruno Lazzaretti
Il cast è completato da Giordano Massaro (un venditore ambulante), Vinicio Cecere (Parpignol), Daniele Massimi (un doganiere) e Alessandro Fabbri (sergente dei doganieri). Il Coro del Teatro, diretto da Roberto Gabbiani, aggiunge profondità e pathos all’opera.
Un capolavoro di dettagli artistici
La produzione, basata sul libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica e ispirata al romanzo “Scènes de la vie de Bohème” di Henri Murger, è impreziosita dai costumi di Anna Biagiotti e dalle luci di Pasquale Mari. L’ambientazione originale esalta le emozioni universali della gioventù, dell’amore e della perdita, rendendo questa “Bohème” un’esperienza unica per gli spettatori.
Un tributo all’arte e alla vita
Con questa produzione, Mario Martone, dopo i successi di “Il Barbiere di Siviglia” e “La Traviata”, regala una nuova prospettiva su uno dei capolavori più amati di Puccini, rendendo omaggio al teatro e al processo creativo che anima l’opera.