IL TRIBUNALE DI ROMA BLOCCA I BAGARINI DEI BIGLIETTI DEI COLDPLAY

IL TRIBUNALE DI ROMA BLOCCA I BAGARINI DEI BIGLIETTI DEI COLDPLAY

Accolto il ricorso di Siae e Federconsumatori contro la rivendita online, multe fino a 2mila euro per chi cerca di “piazzare” in rete i ticket per le due date di Milano del prossimo luglio. Blandini: “Riconosciuta l’illiceità del secondary ticketing”

michael_j._fox_coldplayIl tribunale civile di Roma decreta un primo stop al secondary ticketing, i bagarini digitali che utilizzano le piattaforme online per rivendere a prezzo maggiorato i biglietti dei concerti. La sentenza accoglie un ricorso d’urgenza presentato a ottobre dalla Siae con il sostegno di Federconsumatori e riguarda le due date dei Coldplay del 3 e 4 luglio 2017 allo stadio San Siro di Milano, eventi andati esauriti in pochi minuti tra le proteste dei fan. I magistrati hanno stabilito il divieto per Live Nation, l’organizzatore del concerto, e per Seatwave, Ticketbis e Viagogo, le principali piattaforme di secondary ticketing, di rivendere i biglietti comprati in precedenza sul mercato primario offline o online, quindi dalla stessa Live Nation, da TicketOne o da Best Union, attraverso i sistemi come i cosiddetti ticket bot che permettono di aggirare il limite massimo di acquisti per singolo utente. E fissa una ammenda di 2mila euro a biglietto per chi non rispetta il divieto.
Il concerto dei Coldplay, per cui i biglietti sono andati in vendita a inizio ottobre, ha fatto esplodere le proteste contro il secondary ticketing, visto che buona parte dei tagliandi esauriti sui canali di vendita autorizzati sono subito ricomparsi a prezzi maggiorati fino a dieci volte sulle piattaforme internazionali di rivendita. Le inchieste che ne sono seguite, in particolare quelle delle Iene, hanno poi mostrato che in alcuni casi erano gli stessi organizzatori degli eventi come Live Nation a riservare parte dei biglietti agli operatori del mercato secondario, una violazione degli accordi di esclusiva con TicketOne a svantaggio dei fan e degli stessi artisti, che secondo la Siae non si sono visti così riconoscere la giusta parte di diritti d’autore.
“Si tratta di un grande risultato che il Tribunale abbia accolto le motivazioni presentate”, spiega il direttore generale della Siae Gaetano Blandini. Non solo per il singolo concerto oggetto del ricorso, quando perché per la prima volta viene rilevata, continua Blandini, “l’illiceità dell’attività di bagarinaggio online”, riconoscendo “il pregiudizio economico sia per i consumatori che per gli autori”. Una sentenza che rafforza l’intenzione del governo, già concretizzata in un emendamento alla legge di Bilancio, di vietare del tutto le piattaforme di rivendita, con multe fino a 180mila euro per i trasgressori. Mentre la procura di Milano ha aperto un’indagine penale sugli intrecci tra organizzatori di eventi e piattaforme secondarie, le cui sedi italiane sono state perquisite nelle scorse settimane.
All’emendamento del governo, già approvato, dovranno poi seguire dei decreti di attuazione. Che dovranno cercare di stabilire un confine, operazione non banale, tra chi desidera rivendere i biglietti in maniera lecita perché non può più partecipare all’evento e chi ne ha fatto una vera e propria professione.

Filippo Santelli, La Repubblica

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