TIZIANO FERRO: “IL MIO NUOVO CAPITOLO IN CUI NON SCAPPO, MI FIDO DEGLI ALTRI E MI AMO DI PIÙ”

TIZIANO FERRO: “IL MIO NUOVO CAPITOLO IN CUI NON SCAPPO, MI FIDO DEGLI ALTRI E MI AMO DI PIÙ”

Il cantante presenta a Tgcom24 il nuovo e attesissimo album “Il mestiere della vita” che esce il 2 dicembre

Tiziano FerroSorride spesso Tiziano Ferro presentando il nuovo album “Il mestiere della vita” che esce il 2 dicembre. Ora che non ha più paura di esporre la sua “ricerca personale”, non ha più bisogno di difendersi. Ora che finalmente ha accettato questo processo, amandolo, può scrivere una storia nuova. Sempre schivo, per niente social, il cantante guarda avanti tornando indietro. “Mi sono ritrovato nella mia camera, anche se non è più quella di 16 anni fa, ho abbassato il ritmo della mia vita, recuperato rapporti con i miei genitori e gli amici di un tempo. Mi fido degli altri”.
Un disco “rilassato”, a cui Ferro ha lavorato negli ultimi due anni, e che arriva a cinque anni da “L’amore è una cosa semplice”. Nell’album, registrato tra Los Angeles e Milano con la produzione di Michele Canova, la vera forza sono i testi e, naturalmente, la voce. Tiziano ha avuto il tempo di riflettere e rimettere in discussione i pezzi, che da 20 sono diventati 13. Come non faceva da tempo: “Questo disco è un nuovo inizio, mi ricorda i primi due ma con un atteggiamento più aggressivo e anche un po’ di cazzeggio… Ho scritto l’album senza fretta per capire se quello che stavo facendo mi divertiva, sono nati prima i testi. Ho quasi sempre costruito un’idea musicale partendo dal messaggio. Senza pensare che poi avrei fatto un disco”.
A proposito dei testi e del passato, viene ripetuta più volte la parola “perdono”: “Non è per niente casuale, il perdono è un esercizio. La compassione deve essere esercitata, non sono doni che vengono dall’alto. Nel mio percorso spirituale mi sono trovato a confrontarmi con delle cose che non sapevo fare: come fermarmi e ammettere l’errore in una situazione complessa”.
Un duetto importante, profondo, è “Il conforto” con Carmen Consoli, scelta tra tante colleghe ma senza alcun dubbio: “E’ la mia cantante preferita, ricordo ancora che quando si presentò al suo primo Sanremo nella categoria giovani comprai il suo singolo. Mi piace per il suo canto meraviglioso ma istintivo, secondo me è la vera erede di Mina: quando abbiamo scritto insieme nel 2010 ho scoperto una persona molto simile a me, forse più schiva di me, e l’ho voluta con me. Quando ho scritto Il Conforto mi sono reso conto che ho avuto il pezzo migliore del mio nuovo capitolo. Abbiamo voci diverse ma assimilabili. Volevo evitare i manierismi degli ultimi anni. Non è un duetto di facciata. Ci tenevo fosse di contenuti”.
Al contrario di quello che si può pensare, il primo singolo lanciato dall’artista “Potremmo Ritornare” non è una canzone d’amore: “Mi ricordo benissimo dove ero quando l’ho scritto. Ho fatto una cosa che non facevo da tanto. Ho scritto il testo da zero sulla musica non avendo una frase da parte. Flusso di coscienza totale. Non è una canzone d’amore, parla di ritorno in maniera diversa. Non credo nei ritorni di coppia. Se dovesse succedere, sarebbe una cosa che non racconterei in una canzone. Mi ha ispirato una frase di Califano: ‘Non escludo il ritorno’. L’ho scritto pensando ad una persona che non ho più accanto, una donna.. anche se ogni parola trasuda amore”.
E all’amore per Los Angeles richiama invece la copertina: “E’ la mia cover preferita. Los Angeles è diventata inaspettatamente il luogo della mia nuova vita. Non è un luogo ma una zona vasta del mondo pieno di cose. Devi viverci. Se vuoi fare qualcosa lì lo puoi fare. La copertina racconta una storia: c’è un uomo che sembra stia attraversando la strada per andare al lavoro, e il suo lavoro è vivere, presentarsi al mondo ed esporlo agli altri: questo è il mestiere della vita“.

TGCOM24

Torna in alto