Nella Hollywood che produce starlette a getto continuo ci sono le eccezioni. Una di queste è Julianne Moore: talentuosa e camaleontica come pochissime altre, e più bella oggi a 56 anni di quanto fosse agli esordi: basta vederla senza trucco nella foto del nuovo Calendario Pirelli 2017 scattato da Peter Lindbergh. Unica nel suo genere la diva è adorata dai colleghi, dai registi e dai produttori per la sua capacità di passare dalle produzioni indie ai blockbuster senza perdere un colpo. Regina dei red carpet con il suo tocco glamour altero, che ricorda quello delle divine del passato, si è costruita una felice vita famigliare con il regista Bart Freundlich e i figli, Caleb e Liv, di 21 e 14 anni, con i quali riesce a vivere lontana dai riflettori. Julianne (all’anagrafe Julie Anne Smith), è nata nel North Carolina il 3 dicembre del 1960. È senza ombra di dubbio il prototipo della star contemporanea: a proprio agio in qualunque situazione, dalla soap opera (“As the world turns“, in cui recita alla fine degli anni ’80 vincendo anche un Daytime Emmy), ai film di nicchia come “Safe” di Todd Haynes del ’95, su una ricca donna annoiata che si scopre allergica al mondo. Fino ai pop “Nine Months” e “Jurassic Park – Lost World“. Dopo decine di candidature, con Still Alice, pellicola in cui interpreta il ruolo di una studiosa malata d’Alzheimer, vince l’oscar come migliore attrice 2015. Il suo stile va di pari passo con tanta ecletticità, visto che anche sul tappeto rosso l’attrice non ha certo paura d’osare. Gli stilisti l’adorano: è stata testimonial per Bulgari e Karl Lagerfeld l’ha voluta in passerella per l’Alta Moda di Chanel. Ma il legame “stilistico” più saldo è quello con lo stilista e regista Tom Ford, che l’ha vestita spesso e l’ha voluta anche nel suo primo film “A Single Man“. A 56 anni, la star è di sicuro uno dei simboli del miglior cinema, nonché uno dei più eleganti. In questa gallery ecco com’è cambiato il suo stile negli anni partendo da quando era bambina e arrivando agli abiti da sera di Givenchy e Chanel.
Corriere della Sera