Sarà un viaggio tra le canzoni di Lucio Battisti e Mogol che hanno segnato la storia della musica italiana, ‘Emozioni – La mia vita in canzone’, il tour di Gianmarco Carroccia e Mogol che tornano insieme sul palco in uno spettacolo coinvolgente e ricco di emozioni. Una serie di concerti narrati per ripercorrere la nascita di alcuni tra i brani più famosi del celebre duo, che domani farà tappa al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano e poi si sposterà a Catania (27 novembre), Palermo (28 novembre), Aprilia (7 dicembre) e Napoli (22 dicembre), per poi proseguire nel 2025 a Torino (17 marzo), Roma (18 marzo) e Spoleto (28 marzo). “E’ uno spettacolo che parla ai giovani – dice all’AdnKronos Gianmarco Carroccia -. Quest’anno sono 10 anni che lavoriamo insieme e la cosa che ci ha sorpreso molto è che ci sono sempre più giovani ai nostri concerti”.
Queste canzoni, osserva, “nonostante abbiano più di 50 anni, riescono ad essere recepite anche dalle nuove generazioni. Ci sono qualità e bellezza e i ragazzi riescono a recepirla”. Sono proprio i giovani che arrivano al concerto preparatissimi, non si trattengono e conoscono ogni brano a memoria. “I genitori hanno in casa i dischi di Battisti – osserva Mogol – e imparano da piccoli queste canzoni. Quando andiamo a fare le serate cantano insieme ai papà e alle nonne, è un piacere. Tutti cantano e questa è una cosa salutare, l’ho scritto anche nel mio libro ‘La Rinascita’. Cantare insieme fa molto bene perché scarica endorfine. La gente si diverte e l’orchestra è davvero molto buona. Il messaggio che vogliamo dare ai giovani è di cantare, cantare insieme”.
Lo spettacolo riserverà tante piccole sorprese: “Eseguiremo i grandi classici del sodalizio ma ci saranno anche dei pezzi un po’ meno conosciuti ma altrettanto belli che non hanno avuto la visibilità che meritavano” assicura Carroccia. A rendere ancora più speciale la tappa milanese sarà la presenza sul palco della Emozioni Orchestra, composta da 20 elementi diretti dal maestro Marco Cataldi, autore anche degli arrangiamenti. Nelle date di Catania e Palermo, invece, Gianmarco Carroccia e Mogol saranno accompagnati da una band composta da: Marco Cataldi (arrangiamenti e chitarre), Alessandro Patti (basso), Bruno D’ambrosio (batteria e percussioni), Dario Troisi (pianoforte e synth), Christian Vilona (sax, flauto e voci) e Michele Campo (violino).
L’idea di coinvolgere Mogol in questo progetto è nata nel 2014. “Volevo dargli uno spessore culturale considerevole – dice Carroccia – Lo portavo avanti da qualche anno e così invitai Mogol a uno spettacolo che stavo facendo a Sperlonga. Lui rimase profondamente colpito, sia dal modo in cui era costruito sia dal grande pubblico presente quella sera. Così iniziammo a fare concerti insieme, avendo la fortuna di calcare i più belli palcoscenici del nostro Paese”. Ma non solo, visto che lo spettacolo ha varcato in più di un’occasione i confini nazionali: “Siamo stati in Albania, in Croazia, in Svizzera e abbiamo in programma di rifarlo. Questo progetto è cresciuto sempre di più in questi anni. E’ una sorta di viaggio cronologico nel tempo che va da metà anni ’60 agli anni ’80 nel quale Mogol è narratore e introduce ogni singolo pezzo raccontando vari aneddoti o i significati reali dei pezzi che poi andiamo a eseguire”.
Da questa esperienza, ammette Carroccia, ha imparato molto. “Soprattutto sul piano umano: Mogol è instancabile, è sempre pronto a realizzare nuovi progetti e mi ha trasmesso la disciplina, la precisione e professionalità nel lavoro, che sono state fondamentali. Con lui si assorbe sempre qualcosa di nuovo perché è un pozzo inesauribile di idee”. Anche Mogol quando visto in scena Carroccia, è rimasto impressionato: “Bravo, gli ho detto, dove hai imparato a cantare così? Aveva fatto il corso nella mia scuola ma essendoci tanti alunni non lo potevo immaginare. Gianmarco è molto bravo e serio e si serve di strumentisti straordinari”. E a Battisti ‘Emozioni’ piacerebbe? “Assolutamente sì – sottolinea Mogol – cantiamo le sue canzoni e non solo. Ce ne sono anche alcune belle di Gianni Bella, come ‘Dormi amore’ Con questi spettacoli ci divertiamo e si diverte anche la gente che partecipa, sono sicuro che gli piacerebbe”.
(di Federica Mochi)