È il periodo in cui si risanano i conti, però quest’anno ci sarà un ingorgo di film La torta di profitti da dividere a colpi di risate si aggira sui 30 milioni di euro
Eserciti pronti a scendere in campo, generali del marketing che meditano strategie, produttori che s’interrogano, timori, promesse e, in alcuni casi, anche riti scaramantici. Come l’anteprima napoletana cui Aurelio De Laurentiis, re da alcuni decenni del cinepanettone formato vacanziero, non rinuncerebbe mai, per tutto l’oro del mondo. Manca un mese e mezzo all’avvio della battaglia per gli incassi dei film natalizi, un match che ormai fa parte dei tradizionali riti delle festività e che, in tempi di magra al botteghino, acquista significati sempre più rilevanti.
Il 15 dicembre arriveranno nei cinema tre commedie tutte da ridere, Natale a Londra – Dio salvi la Regina diretto da Volfango De Biasi, Poveri ma ricchi di Fausto Brizzi, Fuga da Reuma Park, di (e con) Aldo, Giovanni e Giacomo. Il target è il pubblico delle famiglie, soprattutto, sostengono gli esperti, quello che non frequenta abitualmente le sale. È proprio questo tipo di afflusso a determinare il picco di entrate e a risanare, almeno per un po’, il sistema cinematografico italiano. Ma non è tutto. Un altro specialista di comicità con retrogusto sociologico come Luca Miniero (regista dei due hit Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord) ha da poco deciso di anticipare di una settimana l’uscita di Non c’è più religione (7 dicembre), mentre il primo gennaio, senza nemmeno aspettare la Befana, ecco stagliarsi all’orizzonte il pericolo Alessandro Siani con la sua ultima creatura Mister Felicità.
(Nel cinepanettone doc “Natale a Londra” prodotto da Aurelio e Luigi De Laurentiis torna la coppia Lillo & Greg, nelle sale dal 15 dicembre)
USCITE CONTEMPORANEE
Risultato? Un ingorgo di risate che da una parte fa sognare produttori e distributori, ma dall’altra li preoccupa perché la torta da dividere, per i titoli «made in Italy» si aggira intorno ai 25-30 milioni di euro, da raccogliere contando su 3500 schermi: «Vedo questo Natale molto affollato – ha dichiarato sulla rivista Boxoffice Richard Borg, direttore generale e ad di Universal Italia – . Alcuni film riusciranno a raggiungere i loro obiettivi, altri no. Saranno i gusti e le scelte del pubblico a determinare l’esito delle uscite contemporanee». Ma sarà anche, e soprattutto, la forza delle storie e delle interpretazioni.
Nel cinepanettone doc, prodotto da Aurelio e Luigi De Laurentiis, tornano Lillo & Greg, stavolta alle prese con il furto dei cani prediletti della Regina d’Inghilterra, gli adorati Welsh Corgi Penbroke, trafugati per far colpo sul boss «Er Duca», interpretato da Ninetto Davoli: «Il film – dice il regista – si ispira un po’ a Ocean’s Eleven e un po’ ai Soliti ignoti. Non avendo i mezzi per mettere su un colpo serio, un gruppo di inetti pasticcioni ripiega sui cani della Regina. Non mi piace la comicità volgare e non l’ho mai fatta, mi piace, piuttosto, divertire in maniera onesta intelligente».
(Non attendono il Natale nemmeno Aldo Giovanni e Giacomo: il trio festeggia con il film i 25 anni di carriera uscendo a metà dicembre con “Fuga da Reeuma Park”)
Sul set di Poveri ma ricchi, prodotto da Wildside e Warner Bros Entertainment, la famiglia Tucci, semplice e indigente, è colpita in seguito alla vincita di cento milioni, da un ciclone di improvvisa ricchezza. Guidati dal capofamiglia Christian De Sica, i Tucci si trasferiscono da un paesino del Lazio a Milano e provano ad adeguarsi ai ritmi della vita agiata: «Il fatto – spiega Brizzi – è che i ricchi di oggi sono cambiati, i Tucci se li immaginavano in un modo e invece li trovano diversi, tutti magri, vegani, salutisti, abituati a fare beneficenza». Ma le leggi del «less is more» non si addicono ai poveracci:«La famiglia farà cose appariscenti, tipo mettersi un Bancomat in salotto o comprare Al Bano e il divo tv Gabriel Garko per far felice la nonna».
(Alessandro Gassmann e Claudio Bisio diretti da Luca Miniero in “Non c’è più religione”: per sbaragliare i concorrenti la commedia esce addirittura il 7 dicembre)
In Fuga da Reuma Park, per festeggiare i 25 anni di felice collaborazione, Aldo, Giovanni e Giacomo (produttore Paolo Guerra per Medusa Film e Agidi Due) propongono una summa della loro comicità surreale: «I nostri tipi umani sono stati definiti stralunati e paradossali, questo film celebra il loro mondo come nessun’altro prima d’ora». In Non c’è più religione (produzione Cattleya con Rai Cinema) Luca Miniero punta sul duo Alessandro Gassmann – Claudio Bisio e lo immerge nella realtà multietnica dell’Italia di oggi. Tutto ruota sulla realizzazione di un Presepe vivente. Impresa problematica perché il bambinello è diventato un adolescente con i brufoli, tre amici litigano a morte per fare i Re Magi e, siccome il bue non c’è, bisognerà sostituirlo con un lama.
Fulvia Caprara, La Stampa