Il cantante degli U2 è il primo uomo inserito nella lista dei personaggi scelti dalla rivista per la sua campagna ‘Poverty is Sexist’: “Fa cose meravigliose per la parità dei generi”.
Nel 2002 è entrato nella lista dei 100 “grandi britannici” redatta dalla BBC. Nel 2005 la rivista Time lo ha eletto personaggio dell’anno accanto a Bill e Melinda Gates. Nel 2007 è diventato Cavaliere della Regina Elisabetta II ed ha ricevuto l’Echo Award per il suo impegno sociale. E’ stato parte attiva della campagna per la cancellazione del debito dei paesi più poveri. Adesso Bono Vox (170 milioni di album venduti con gli U2, 22 Grammy Award conquistati) può inserire nella sua bacheca personale anche un riconoscimento senza precedenti: è il primo uomo che entra a far parte della lista delle ‘donne dell’anno’ della rivista Glamour.
Il nome di Bono compare accanto a quelli di Simone Biles, Ashley Graham, Christine Lagarde, Nadia Murad, Gwen Stefani, Miuccia Prada, Zendaya e a quelli delle tre fondatrici del Black Lives Matter movement. Nel suo editoriale, la rivista spiega i motivi che hanno portato alla scelta di allargare la lista dei personaggi dell’anno anche ad un uomo. In particolare, Bono è stato scelto per la sua campagna ‘Poverty is Sexist‘, che attraverso una vasta opera di sensibilizzazione ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica e di molti esponenti politici di tutto il mondo la connessione tra la disparità salariale e quella tra i generi.
“Per anni il comitato del premio, composto dalle ex vincitrici e dal nostro consiglio di amministrazione – si legge nell’editoriale – ha scartato l’ipotesi di nominare un uomo dell’anno, un po’ perché non è che gli uomini li meritino e un po’ perché qui a Glamour siamo abituati a occuparci delle donne. Ma di questi tempi tante donne vogliono – no, hanno bisogno – di avere uomini nella loro tribù…”.
In una intervista rilasciata all’agenza AP, il direttore della rivista Cindi Leivi ha spiegato che “esistono molti uomini che stanno facendo cose meravigliose per le donne, e Bono è uno di questi”. Bono, da parte sua, ha riconosciuto che l’atteggiamento degli uomini nei confronti di questa piaga sociale è da biasimare e che la sua campagna è stata ideata per cercare di porre rimedio: “La battaglia per la parità dei generi non può essere vinta senza la presenza degli uomini accanto alle donne – ha dichiarato il cantante – noi siamo largamente responsabili della situazione e dobbiamo essere coinvolti nelle possibili soluzioni”. La cerimonia ufficiale si svolgerà il 14 novembre a Los Angeles.
Tra le sue tante iniziative, nel 2002 Bono è stato tra i co-fondatori di One, l’organizzazione internazionale che promuove azioni di sensibilizzazione per porre fine alla povertà e all’ingiustizia e che chiede ai politici di onorare gli impegni assunti in materia di aiuti, garantire nuovi accordi sulla trasparenza finanziaria e mettere in campo nuovi e ambiziosi finanziamenti per migliorare la salute e l’alimentazione a livello mondiale. Proprio attraverso One, Bono ha lanciato ‘Poverty is Sexist’, cui hanno aderito tra le altre Beyoncé, Lady Gaga, Charlize Theron, Meryl Streep e molte altre celebrità.
Andrea Silenzi, la Repubblica