Nella maggior parte dei film e delle serie sulla mafia e sulla criminalita’ organizzata c’e’ di fondo la visione per cui chi vive in certi contesti ha un destino ineluttabile. In Sotto copertura, stuff invece, ci sono uomini che si trovano di fronte ad una scelta, c’e’ un filo di speranza. E’ la miniserie con protagonista Claudio Gioe’, il commissario Antonio Romano (ispirato al dirigente che arresto’ il super boss Antonio Iovine), in onda su Rai1 il 2 e 3 novembre in prima serata. Una produzione Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction, sceneggiata da Salvatore Basile e Francesco Arlanch, che prende spunto da un fatto realmente accaduto: la cattura, avvenuta nel 2010, del boss del clan dei Casalesi, ad opera della Squadra Mobile di Napoli, dopo una latitanza di quasi 15 anni.
L’attivita’ investigativa, compiuta con pochi uomini e scarse risorse da quegli agenti, viene raccontata attraverso la figura del commissario, uno straordinario Gioe’. E’ alba del 17 novembre del 2010: lui, il boss dei Casalesi, detto “o ninno”, viene scovato in un’abitazione di Casal di Principe, storica roccaforte del clan camorristico. Tenta l’ultima fuga sul terrazzo, ma i poliziotti hanno la meglio: lo arrestano, e lui, senza opporre resistenza, sale sulla volante, il sorriso beffardo sul volto, appare sereno. Quell’operazione, sorprendente e spettacolare, frutto del lavoro di squadra e del coraggio di una manciata di poliziotti, e’ al centro delle vicende narrate, intrecciandosi con il loro vissuto personale: la cattura di Iovine rappresenta infatti per tutti loro un’irrinunciabile occasione di riscatto.
A prestare il volto al boss è un intenso e credibile Guido Caprino (che fa bene a non scimmiottarlo) : “Non l’ho ovviamnte mai incontrato, la storia la conosciamo tutti, fa parte della cronaca recente. Mi sono basato su quel poco – spiega – che c’è nei materiali in video a disposizione su di lui, ma non volevo fare la sua imitazione, volevo evitare di farne una macchietta o di mitizzarlo, non mi interessava”. La produzione e’ stata interrotta quando Pisani venne accusato in un processo penale, le riprese hanno avuto di nuovo inizio quando il superpoliziotto e’ stato assolto e completamente scagionato. “Non l’ho mai sentito lamentarsi del processo – spiega il produttore Luca Bernabei -. I dirigenti della polizia sono uomini di un’altra caratura, sono servitori dello Stato, ragionano in maniera diversa. Comunque noi non tocchiamo questo aspetto: speriamo di poterlo fare, se dovesse andare bene questa fiction, in una seconda serie, sulla cattura di Zagaria. Pisani e’ stato assolto in primo e secondo grado”. “Ho avuto modo di incontrare Pisani – ha aggiunto Gioe’ – e’ una persona che veramente ha in se’ quei sani principi di legalita’ che al Sud sembrano a volte ancora lontani”. Sotto copertura e’ una storia di speranza non solo per certe realta’ regionali, ma per tutta l’Italia. Ma e’ anche la narrazione di una caccia all’uomo che pone domande di natura etica: e’ giusto rinunciare alla propria vita in nome e per il desiderio di una giustizia che sembra cosi’ lontana e quasi inafferrabile? La risposta giunge dalla voce di Lucia, la moglie del commissario: “E’ questa la differenza fra voi e loro… voi lo fate per amore… per dignita’… e per una societa’ migliore”.
Dalila Pasquariello e’ Anna, la donna che, pur avendo una relazione clandestina con il boss, inizia a frequentare Emilio (Filippo Scicchitano), un giovane per bene, estraneo all’ambiente criminale, di cui si innamorera’. Sara’ proprio lei, intercettata dalla polizia, a mettere gli agenti sulla pista giusta per arrivare al nascondiglio di Iovine. Nel cast anche Iaia Forte, il procuratore che ha un rapporto conflittuale con il commissario Romano, Raffaella Rea, Antonio Folletto, Antonio Gerardi, Simone Montedoro, Antonio Milo.
Il regista Giulio Manfredonia aggiunge: “Nel primo fotogramma del film una macchina da presa inquadra una via che porta ad un paese, nel quale ci immergiamo. Casal di Principe pian piano e’ diventato un personaggio del film, l’esigenza di girare li’ non e’ estetica ma narrativa”. La grande posta in gioco di cui parla la miniserie, rileva il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta, “e’ la scommessa che cambiare e’ possibile. Come dice il personaggio di Emilio, interpretato da Filippo Scicchitano, ‘questa terra e’ la piu’ bella del mondo e puo’ diventare un paradiso’. Contro lo stereotipo che generalizza e non risparmia nessuno. A Casal di Principe ci sono i camorristi, ma ci sono anche i casalesi che si sentono cittadini e non cedono alla criminalita’ organizzata. La scritta ‘Benvenuti a Casal di Principe’ con cui si apre la storia non e’ solo un ironico avvertimento, ma un invito a superare la barriera dei luoghi comuni”. Matilde Bernabei conclude: “Ci impegneremo per cercare di diffondere a livello internazionale il prodotto” e fa notare: “La serie Gomorra ha avuto diffusione internazionale. Vorremmo andare nei Paesi in cui e’ stato venduto Gomorra i cui distributori si sono dimostrati molto interessati”. (ANSA)