Uno spaccato autentico sulla vita dei rider, figure ormai familiari nel tessuto urbano, ma spesso relegate ai margini della società, dove la bicicletta diventa simbolo di sopravvivenza. È ‘Anywhere Anytime’, opera del regista di origini iraniane Milad Tangshir, unico film italiano in concorso alla 39esima Settimana Internazionale della Critica, sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (Sncci) nell’ambito della Mostra del cinema di Venezia.
Girato interamente a Torino nell’estate 2023, il lungometraggio racconta la storia di Issa, giovane immigrato clandestino che cerca di sopravvivere come rider. Quando la sua bicicletta, appena acquistata, gli viene rubata, Issa intraprende una corsa contro il tempo per ritrovarla, un viaggio disperato che lo porterà a confrontarsi con la durezza della vita di strada. “Nel 2018 mi sono avvicinato al mondo dei rider, incuriosito dal tipo di persone che lo componevano: italiani emarginati, stranieri appena arrivati, persone senza documenti. Ho passato un’estate intera a fare consegne con un rider senegalese, immergendomi nella loro realtà. Mi ha colpito come un oggetto semplice come la bicicletta potesse cambiare la vita di queste persone, diventando strumento di sopravvivenza”, racconta Milad Tangshir.
Ad interpretare Issa è Ibrahima Sambou che conosce bene le difficoltà del suo personaggio: “Non sono un rider, ma ho amici che lo fanno. Conosco bene la sensazione di dover sopravvivere, anche io sono arrivato in Italia dalla Libia. Questo film racconta la storia di chi non ha voce, come molti miei amici che vivono qui senza documenti”. La speranza del regista è di riuscire ad accendere un faro “su queste figure invisibili che incontriamo ogni giorno. Dietro al rider che ci porta una bibita c’è una persona con una storia, con una lotta per la sopravvivenza, con drammi personali e sociali. Spero che il film dia profondità a queste figure, mostrando la loro umanità”.
E sul fatto che il film evochi inevitabilmente la pellicola di Vittorio De Sica ‘Ladri di biciclette‘, Tangshir risponde: “Mio padre era un grande cinefilo, appassionato di Rossellini, De Sica, Visconti. Ho avuto la fortuna di vedere ‘Ladri di biciclette‘ a 7-8 anni ma non volevo fare un remake. Piuttosto, ho usato quella suggestione per riflettere su come, a di distanza di quasi 80 anni, la bicicletta possa ancora cambiare la vita di persone vulnerabili”.