Domani, 3 agosto, avrà termine la Rassegna estiva R. Estate Audaci e a chiuderla sarà l’attore Marco Simeoli con il suo divertente spettacolo, Napoli è ‘na parola, parole per divertire, parole per commuovere come tentativo di affrontare un viaggio che possa restituire alla Napoli migliore la sua creatività, quel divertimento dettato dalla genialità dei suoi scrittori e poeti per ridarle il maltolto degli ultimi tempi a causa della cronaca. A parlarci di questo spettacolo lo stesso Marco Simeoli.
Parliamo di questo spettacolo, perché questo titolo?
«Sono molto felice di riproporre questo spettacolo che proprio quest’anno compie 10 anni. Il titolo fu scelto da me e da Claudio Pallottini, che collabora ai testi. Il perché della scelta di questo titolo lo spiego anche nello spettacolo: subito può sembrare qualcosa di snob, ma, anzi, è tutt’altro, il titolo è accrescitivo. Definire Napoli è difficile, è un’impresa alquanto ardua. E’ una delle città più contraddittoria, più assurda, più umana e più italiana al mondo. Insomma definire Napoli è una cosa complicata, appunto ‘na parola, tante parole».
Ci saranno canzoni, ma anche testi di grandi autori e poeti napoletani
«Assolutamente. Ci saranno le canzoni napoletane da quelle classiche come ‘O Marenariello, Uocchie c’arraggiunate, Guapparia, I’ te vurria vasà, Marechiaro, Tammurriata nera a quelle più recenti come Napul’è di Pino Daniele e Caruso di Lucio Dalla. Ma anche testi dei più grandi drammaturghi del Novecento come Eduardo De Filippo, Raffaele Viviani, poeti come Salvatore Di Giacomo e Ferdinando Russo, autori quali Annibale Ruccello, Ruggero Cappuccio, fino ad arrivare a Giuseppe Patroni Griffi di cui leggerò Prima del silenzio, dove l’autore, parlando della forza e della pericolosità propria delle parole, chiede perdono per tutte quelle che sono state usate in maniera sbagliata».
Quanta intimità c’è in questo spettacolo?
«Tanta, troppa, c’è il legame con Napoli e in questo spettacolo tutto è in funzione di questa città che viene raccontata tra canzoni e testi».
Il titolo dello spettacolo è Napoli è ‘na parola. Ma per lei cosa rappresenta Napoli?
«Napoli per me in questo momento è emozione, nostalgia, commozione. E’ una città che mi ha visto nascere, crescere. Ora che non ci abito più il legame con Napoli si è triplicato, tanto più che qui c’è il più importante negozio di musica esistente a partire dagli Anni ’20: il negozio “Musica Simeoli” aperto da mio nonno Salvatore e sito di fronte al Conservatorio San Pietro a Majella e a tutt’oggi aperto. Io dico sempre che non sono un figlio d’arte, ma un figlio delle arti, quella della musica in particolare».
Cosa si augura che rimanga agli spettatori nel cuore e nella testa dopo lo spettacolo?
«Delle forti emozioni. Mi auguro, per chi già conosce la città, che possa tornare a Napoli, mentre per chi non la conosce, di andarci e scoprirla per la prima volta. Napoli è una città poliedrica, mille colori la compongono, una città particolare e folkloristica. Io che sono nato a Napoli ne ho tanta nostalgia perché non ci vivo più».
Come è nata la sua passione per il teatro, la recitazione, la comicità?
«Già da bambino giocavo a fare il presentatore e il cantante. A 14 anni sono venuto casualmente in contatto con una compagnia amatoriale di Napoli, facevo il ruolo del cameriere in Filumena Marturano del grande Eduardo De Filippo. Nel 1990 ho lavorato in alcune compagnie con tournée tra Napoli e Caserta. All’inizio è stata solo una passione, poi nel 1991 la mia grande occasione, quella di far parte del Laboratorio teatrale di Gigi Proietti. Da allora le cose sono cambiate e ho coronato il mio sogno di attore».
Dove vedremo prossimamente Marco Simeoli?
«Subito dal 6 al 23 agosto sarò al Globe Theatre di Gigi Proietti con uno spettacolo diventato ormai un cult, che da 14 anni in questo teatro viene messo in scena, Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare; poi porterò in Sicilia Napoli è ‘na parola; dal prossimo febbraio sarò in tournée con un altro mio spettacolo, un successo della passata stagione, Manca solo Mozart, che farà tappa a Roma ad aprile. In attesa delle decisioni governative, al Teatro Vittoria dovremmo rimettere in scena il divertente spettacolo Rumori fuori scena. Poi, a fine stagione, dal 6 al 23 maggio 2021, sarò in scena con Francesca Nunzi con una divertente commedia, una presa in giro nei confronti del Bardo, Shakespeare per attori anziani».
Giancarlo Leone, Leggo.it