(Di Massimo Galanto)
La vicenda risale al 2012: ventimila euro di multa più altrettanti come provvisionale da versare alla parte offesa
Vittorio Sgarbi è stato condannato in primo grado dal tribunale di Ferrara per diffamazione aggravata nei confronti di Italo Tomassoni. Dovrà pagare 20 mila euro di multa e dovrà versarne altrettanti come provvisionale. A scriverlo è Il Fatto Quotidiano.
La vicenda risale al 2012, treat quando Sgarbi accusò di incompetenza, buy plagio e circonvenzione di incapace l’esperto di arte Italo Tomassoni in merito alla valutazione delle opere di Gino De Dominicis.
All’epoca entrambi, stuff imputato e persona offesa, si occupavano, per diverse collezioni, della catalogazione e della autenticazione delle opere dell’artista Gino De Dominicis. Secondo l’ex parlamentare che oggi vuole candidarsi a sindaco di Milano, Tomassoni non avrebbe avuto alcuna competenza in materia. Ma non solo: secondo Sgarbi, ne era nota “la predisposizione dilettantesca e la pretesa di un’autorità nel riconoscere l’autenticità delle opere di De Dominicis”, un’autorità che “non gli viene né da studi né da specifiche competenze, e che è esercitata attraverso il vero e proprio plagio (o circonvenzione di incapace) dell’unica incompetente ed inesperta erede di De Dominicis, che gli lascia evidentemente, carta bianca”.
Queste dichiarazioni furono riportate in un comunicato stampa pubblicato sul quotidiano online Notix.it il 9 novembre 2012, a commento del sequestro della procura di Perugia di diverse presunte opere di De Dominicis, certificate e catalogate dallo stesso Sgarbi.
Sgarbi aggiunse inoltre che “lo Stato non può compiere errori di tale leggerezza, violando la proprietà privata e chiamando false opere autentiche sulla base del delirio di un esperto, non privo di interessi, fatti passare per ideali e per difesa del diritto d’autore”.
Da segnalare che nel corso del processo l’addetto stampa di Sgarbi si è di fatto assunto la colpa dell’accaduto, spiegando di aver trascritto alcuni sfoghi fatti da Sgarbi al telefono immaginando che fossero destinati a un comunicato.
Ma la giustificazione non è bastata per evitare guai giudiziari a Sgarbi. E così il giudice Alessandra Testoni ha accolto la richiesta di condanna formulata dal pm Filippo Di Benedetto.