Cinquant’anni fa, i Beatles pubblicavano “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”. Un disco epocale, uno spartiacque che avrebbe segnato da quel momento un “qui e dopo” nella storia della musica e della cultura pop. Per dire, anni fa lo storico francese Jacques Le Goff, citando i fatti per lui essenziali del XX Secolo, nominò anche i Beatles proprio per via della rivoluzione sonora del “Sergente Pepe”.
Dunque, perché non festeggiare un simile e imperdibile anniversario? Ci ha pensato la loro casa discografica, che pubblica una versione Anniversary deluxe dell’album, curata dal figlio del produttore dei Beatles, Giles Martin, ricca di curiosità e anche versioni inedite dei brani. E ci sta pensando il mondo, a cominciare ovviamente dall’Inghilterra. A Liverpool, città natale dei Fab Four, l’evento si festeggia con un festival artistico e con fuochi d’artificio. La Bbc trasmetterà inediti documentari, tra cui Sgt Pepper’s Music Revolution con la messa in onda di altro materiale mai ascoltato prima, tanto ricercato dai fan di Lennon & McCartney. Ancora: da ieri sino a domani, nelle sale del Regno Unito esce il film The Beatles: Sgt. Pepper’s and Beyond, per la regia di Alan Parker, in cui si racconta l’evoluzione della band dietro l’ispirazione magica che portò a concepire il Sergente Pepe.
Già, perché Sgt Pepper non fu solo un cambiamento per il mondo, ma in primis anche per i suoi autori. Stanchi di tanta euforia di massa intorno a loro, alla fine del 1966 i Beatles decisero di non fare più concerti e di dedicarsi solo alla registrazione delle loro canzoni. Venne così fuori l’idea di scrivere un disco che fosse un elenco di memorie legate ai loro luoghi di infanzia. Ma dopo la pubblicazione di Strawberry Fields Forever/ Penny Lane come singolo (due canzoni che avrebbero dovuto far parte dell’album) si pensò di fare un disco con l’idea di una band immaginaria che fosse un alter ego dei Beatles: la Banda del Sergente Pepe. Così, con un nuovo look, baffi e cravatte colorate, tra profumi di incenso e fantasia al potere, nacque un concept album intriso di stravaganze – fin dalla celebre copertina – e psichedelia, che nasceva in risposta a Pet Sounds, il capolavoro di Brian Wilson che aveva lanciato un nuovo modo di intendere il pop orchestrale.
Quando i Beatles decisero di chiudere l’album con l’accordo finale di uno dei capolavori in scaletta (A Day In The Life), i Quattro non sarebbero mai più stati quelli di prima. Ma anche il mondo avrebbe scoperto una musica mai udita sino ad allora.
Il Mattino