È morta Linda Kasabian, la seguace di Charles Manson che ispirò il nome della band inglese

È morta Linda Kasabian, la seguace di Charles Manson che ispirò il nome della band inglese

È scomparsa a 73 anni una dei membri della “Family”. Fece da palo ai compagni che assassinarono brutalmente l’attrice americana Sharon Tate (allora incinta: era  all’ottavo mese e mezzo di gravidanza) nell’agosto 1969. Il suo cognome è quello scelto dall’omonima band inglese come nome del gruppo. Kasabian ha testimoniato contro Manson e gli altri, permettendone la condanna

È morta Linda Kasabian, una dei seguaci del guru e assassino americano Charles Manson, il più famoso serial killer della storia. Linda Kasabian faceva parte della cosiddetta “Famiglia Manson” e fece da palo ai compagni che nell’agosto 1969 assassinarono brutalmente l’attrice americana Sharon Tate (che allora era incinta, all’ottavo mese e mezzo di gravidanza e prossima a partorire).
Il cognome di Linda Kasabian è quello scelto dall’omonima band inglese come nome del gruppo. Chi considera questo gesto dei musicisti di Leicester come qualcosa di cattivo gusto, sappia però che c’è un’attenuante: Linda Kasabian è stata colei che alla fine ha testimoniato contro Charles Manson e altri cinque imputati del famigerato processo Manson, facendoli condannare a morte (condanna che poi è stata commutata in ergastolo, dopo che nello Stato della California è decaduta la pena capitale, ritenuta incostituzionale). 

Charles Manson e gli altri seguaci della setta che si sono macchiati di sangue – tra l’eccidio di Cielo Drive del 9 agosto 1969, con vittime Sharon Tate e altre quattro persone, e l’omicidio dei coniugi LaBianca, avvenuto il giorno dopo – hanno trascorso tutta la vita in carcere. Manson è morto nel 2017, un’altra è anche lei scomparsa da poco, mentre gli altri tre condannati stanno tutt’ora scontando l’ergastolo.  

Nel 2009 Vincent Bugliosi, il procuratore capo nel caso contro Manson, ha dichiarato: “Se mai c’è stato un testimone chiave dell’accusa, è stata Linda Kasabian. Senza la sua testimonianza… sarebbe stato estremamente difficile per me condannare Manson e i suoi co-imputati”.

Linda Kasabian aveva 73 anni al momento della scomparsa. La notizia della sua dipartita è stata annunciata dal Tacoma News Tribune.

LA CAUSA DELLA MORTE DELLA DONNA NON È STATA RESA PUBBLICA

Per adesso non è stata resa pubblica la causa della morte della donna.
Il certificato di morte fa sapere che Kasabian aveva cambiato il suo cognome, modificandolo in Chiochios per proteggere la sua identità.  

Nel massacro di Cielo Drive in cui perse la vita Sharon Tate (e il bambino che portava in grembo, pronto a venire alla luce dato che il parto era previsto pochi giorni dopo quel terribile 9 agosto 1969) si salvò invece il marito dell’attrice americana, padre di suo figlio. Parliamo del regista polacco Roman Polanski, che venne risparmiato dalla furia della setta di Charles Manson poiché non si trovava nella sua villa: era a Londra per motivi di lavoro.

LINDA KASABIAN AVEVA 20 ANNI QUANDO FECE DA PALO NELL’ECCIDIO DI CIELO DRIVE

Kasabian era una ventenne quando svolse il ruolo di vedetta mentre i suoi compagni della Family (così Charles Manson chiamava la sua congrega) massacravano Tate e tre suoi ospiti. Anche un uomo al di fuori della villa è stato infine ucciso, portando a cinque le vittime dell’eccidio di Cielo Drive.
Linda Kasabian prese parte non solo a quel massacro: anche la notte successiva, il 10 agosto 1969, accompagnò lo stesso Charles Manson (che non era presente durante l’eccidio di Tate) e altri membri della setta a casa di una coppia di coniugi di nome Leno e Rosemary LaBianca, entrambi orribilmente assassinati.

IL RITO DELLE SCRITTE CHE CITANO I BEATLES CON IL SANGUE DELLE VITTIME

Anche i coniugi LaBianca sono stati brutalmente assassinati, con tanto di riti che mesi dopo hanno permesso di collegare i due casi di omicidio: in entrambe le abitazioni, quella di Sharon Tate e Roman Polanski (che non era di loro proprietà ma in affitto) e quella dei LaBianca, sono state rinvenute sulle pareti scritte rosse, effettuate con il sangue delle vittime, in cui venivano citate canzoni dei Beatles. Parliamo di due brani di quello che è passato alla storia come il White AlbumHelter Skelter e Pigs.

LINDA KASABIAN HA OTTENUTO L’IMMUNITÀ DAI PUBBLICI MINISTERI

La donna, la quale non ha preso materialmente parte agli omicidi della setta di Charles Manson (aspettava fuori per controllare che nessuno arrivasse), ha ottenuto l’immunità dei pubblici ministeri per testimoniare contro Manson e quattro dei suoi seguaci al sensazionale processo tenutosi nel 1970 a Los Angeles. Tutti e cinque gli imputati alla fine sono stati condannati e determinante è stata proprio la testimonianza di Linda Kasabian, come ben ricostruisce il pubblico ministero del processo Manson, Vincent Bugliosi, nel suo libro bestseller intitolato Helter Skelter.

LA STORIA DELLA SETTA DI CHARLES MANSON

Charles Manson era un ex detenuto (finì in carcere per la prima volta da giovanissimo, e trascorse dietro le sbarre gran parte della sua vita, contando il fatto che nel 1970 entrò in prigione e non uscì mai più. Ma anche prima degli omicidi, è stato per parecchi anni dietro le sbarre).
Quando da ragazzo venne liberato dal carcere, cominciò a vivere a San Francisco. Qui con il suo carisma riuscì a radunare un gruppo di seguaci, specialmente di sesso femminile. Decise poi di trasferirsi assieme ai suoi accoliti da San Francisco a Los Angeles, riunendo un gruppo di fuggiaschi ed emarginati a cui si aggiunse anche un’allora giovanissima Linda Kasabian.
Charles Manson, chiamato dai propri accoliti con il nomignolo di “Charlie” (i suoi seguaci credevano si trattasse di un nuovo Gesù Cristo), fondò una comune in un ranch a nord ovest di Los Angeles, una ranch che un tempo fungeva da set cinematografico di numerosi film americani dell’epoca.

UNA COMUNE IMPRONTATA SULLA FALSA RIGA DELLE COMUNI HIPPY

La Famiglia Manson si proponeva come una comune che appariva dall’esterno come una delle tante comuni hippy molto in voga in quegli anni. Tuttavia al posto del tipico connubio del peace & love – che sta alla base delle comunità dei cosiddetti “figli dei fiori” – il gruppo fondato da Charles Manson ha professato atti di sangue, violenza, massacro e morte, macchiandosi di numerosi omicidi.

Nell’estate del 1969, Manson ordinò ai suoi seguaci (che erano per lo più giovani donne) di uccidere sette persone in quello che secondo i pubblici ministeri faceva parte di un piano per incitare una guerra razziale. Questa guerra razziale che Manson avrebbe voluto scatenare veniva da lui chiamata con l’espressione “Helter Skelter”, dal titolo del famoso brano contenuto nel White Album dei Beatles (disco che uscì proprio quell’anno, ascoltato in maniera ossessiva da Charles Manson, come è stato ricostruito in tribunale, messo agli atti e anche riportato nel libro del pubblico ministero Vincent Bugliosi).

CHARLES MANSON: DALLA CONDANNA A MORTE ALL’ERGASTOLO

Nel 1969 Charles Manson e i cinque seguaci della sua setta che lo hanno aiutato a uccidere vittime innocenti sono stati condannati a morte. Manson è stato condannato alla pena capitale per gli omicidi della Family e anche per quello di un suo conoscente, Gary Hinman.

Nel 1976 gli è stata risparmiata l’esecuzione quando la Corte suprema della California ha dichiarato incostituzionale la pena di morte. Charles Manson è morto in prigione nel novembre del 2017.

La sua figura è stata legata a molti nomi della musica, tra cui i Beach Boys. Per mesi ha vissuto assieme alla sua comune a casa di Dennis Wilson, batterista e fondatore dei Beach Boys su cui Manson ebbe un forte ascendente. Wilson lo aiutò perfino a registrare alcune sue canzoni e cercò di introdurlo nel mondo dell’industria musicale. Manson infatti voleva diventare una rockstar, probabilemente non per assaporare il successo fine a se stesso ma per amplificare ulteriormente il suo messaggio di morte. Il suo obiettivo era infatti quello di scatenare una guerra razziale globale, motivo per cui ha fatto uccidere dai suoi seguaci e ha ucciso lui stesso star del cinema e persone benestanti bianche (come Sharon Tate e i coniugi LaBianca): voleva che la colpa ricadesse sulla comunità afroamericana, in maniera tale da scatenare una guerra razziale. Lui nel frattempo avrebbe nascosto in un pozzo del deserto i suoi seguaci, aspettando che la guerra razziale si concludesse per poi uscire e dominare il mondo. Chiaramente tutto ciò faceva parte di un piano schizoide di una mente psicotica e malata, ma il problema è che con quella mente psicotica e malata è andato a braccetto un carisma enorme, un fascino tale da riuscire ad attrarre a sé non solo emarginati e reietti come molti dei suoi seguaci ma perfino star del calibro dei Beach Boys.

Torna in alto