LA DANZA SFIDA SANREMO

LA DANZA SFIDA SANREMO

Nella settimana del Festival i nostri teatri presentano otto debutti, comprese l’Opera di Roma e la Scala di Milano. In campo grandi compositori e un direttore come Zubin Mehta

DANZA VS SANREMOLa danza sfida Sanremo? Battaglia persa in partenza o Davide contro Golia? I programmatori rischiano, visto che nella settimana santa della canzonetta mandano in scena, fra il tre e l’undici febbraio, otto appuntamenti: un programma che da solo vale una stagione. E in campo scendono Stravinsky, Ciajkovskij (come autore e come protagonista), Mahler, Chopin, il son cubano e molto altro ancora. Sul palcoscenico i nostri due principali corpi di ballo, La Scala, l’Opera di Roma, e un bel po’ di compagnie straniere. Programmatori sconsiderati? Forse semplicemente consci che i pubblici sono differenti e non temono di avere sale vuote. Una soluzione comunque c’è: mettere in platea schermi tv come facevano al cinema ai tempi mitici di “Lascia o Raddoppia”.
I RAGAZZI DI DRESDA
Apripista è il romano Equilibrio Festival, al Parco della Musica, che quest’anno, dal venerdì 3 sino al 24 febbraio punta i riflettori sulla danza tedesca di ieri e di oggi. Il via ai festeggiamenti lo dà la Frankfurt-Dresden Dance Company diretta dal livornese Jacopo Godani, nome di spicco nel panorama internazionale, già collaboratore di William Forsythe di cui ha ereditato la compagnia. “The Primate Trilogy” questo il titolo della serata del 3, è un’opera in tre parti organizzata intorno all’idea di evoluzione: l’evoluzione dei corpi, l’evoluzione dell’avvicinamento dell’autore all’arte della coreografia e l’evoluzione di questa coreografia in particolare attraverso le tre creazioni che la compongono. Una danza ad alto tasso di fisicità ma con un pensiero forte di ricerca, declinata su un complesso collage musicale.
BALLERINI SULLE PUNTE
Fare infilare le scarpette da punta a ragazzi e ragazze indiscriminatamente non è una novità. La riflessione da parte dei coreografi contemporanei sul linguaggio classico, che appunto nelle punte ha la sua espressione più tipica, è una tendenza in gran voga in Francia. Il sette febbraio al Teatro Grande di Brescia il Ballet National de Marseille, storica compagnia fondata da Roland Petit e attualmente diretta dall’italiano Emio Greco con un piglio radicale e contemporaneo, presenta “Sur Pointes”. Una serata composta da due coreografie. “Momentum” di Emio Greco e Pieter C. Scholten e “Pointless” Jeroen Verbruggen. Non si tratta di scimmiottare il linguaggio accademico, ma verificare sui corpi dei danzatori quali nuovi effetti visivi e fisici permette l’uso di una tecnica nuova per ballerini abituati al contemporaneo.
IL CANADA GUARDA A CUBA
La stessa sera al Teatro Sociale di Trento i Ballets Jazz di Montreal portano in scena un programma con tre titoli molto diversi. Rodrigo Pederneiras, fondatore del brasiliano Grupo Corpo ha dato vita per i canadesi a “Rouge” titolo che utilizza le musiche magniloquenti del canadese Paul Baillargeon, autore della colonna sonora di numerosi episodi di Star Trek. L’israeliano Itzik Galili invece per Balcao fa ricorso alla musica tradizionale Cubana. Chiude il programma “Kosmos” del il greco Adonis Foniadakis coreografo quanto mai ipercinetico.
LA NUOVA “BELLA” ROMANA
C’è molta attesa all’Opera di Roma per la nuova “Bella Addormentata”. Secondo appuntamento della seconda stagione di Eleonora Abbagnato come direttrice della compagnia. Il primo è stato “Il pipistrello” di Roland Petit che dopo il debutto a Roma, ha raccolto un calorosissimo successo al Théatre des Champs Elysées a Parigi. Qui l’azzardo è più grosso perché il titolo di Ciajkovskij è roba da grandi compagnie blasonate. Dalla sua Abbagnato ha danzatori entusiasti e determinati, pronti a mettercela tutta. A partire da Rebecca Bianchi e Susanna Salvi che si alterneranno a Iana Salenko nel ruolo di Aurora. Mentre il principe sarà interpretato da Clausio Cocino, Michele Satriano e Vito Mazzeo che torna a ballare a Roma dov’era in compagnia ai tempi di Carla Fracci prima di partire per San Francisco; ora è ad Amsterdam con l’Het Nationale Ballet. La coreografia nuova di zecca è di Jean Guillaume Bart. Repliche sino al 15 febbraio. Dal 10 al 14 maggio in tournée alla Fenice di Venezia.
GRAN FINALE
È sotto finale di Sanremo che i debutti si infittiscono. Due il dieci febbraio. A Firenze sino al 12 all’Opera/ Maggio Fiorentino il Balletto di Amburgo John Neumeier danza sulle note della “Terza sinfonia di Gustav Mahler”. Titolo emblematico del Maestro di Amburgo, l’americano di nascita Neumeier, che in 40 anni ha costruito un repertorio fatto di affreschi narrativi, di titoli di repertorio classici e di monumentali opere sinfoniche come la “Passione secondo Matteo” di Bach, il “Requiem” di Mozart o appunto i capolavori di Mahler.
La stessa sera a Parma, replica l’11, si danza “Ciajkovskij Pro et Contra” con il balletto di Boris Ejfman. Pietroburghese anomalo, molto controtendenza ai tempi brezhneviani in cui debuttò, Ejfman ha inanellato nel tempo titoli ispirati alla storia e alla letteratura russa. Qui torna a riflettere sul destino tragico, sull’animo tormentato del grande compositore russo.
E altri due debutti sabato undici, il giorno della finale. Alla Scala di Milano secondo titolo della stagione un doppio Stravinsky: “Sagra della Primavera”, nella coreografia di Glen Tetley e “Petrushka” di Fokin . con un valore aggiuntissimo: la direzione del maestro Zubin Mehta. Il soprintendente Pereira aveva annunciato una stagione di danza con grandi direttori d’orchestra. Si replica sino al primo marzo. Sarà anche una occasione per vedere nei diversi cast le nuove leve della compagnia che si sono messe in luce in “Romeo e Giulietta”.
Infine al Teatro Ponchielli di Cremona ecco il “Nijinski” del tedesco Marco Goecke per la Gauthier Dance company di Stoccarda. Visto l’estate scorsa a Bolzano è una rilettura a nervi scoperti della vita e l’arte del grande danzatore di inizio 900. Protagonista l’italiano Rosario Guerra, di straordinaria bravura.

di Sergio Trombetta, La Stampa

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