Il funerale di Lady Diana, il 6 settembre 1997, fu un evento mediatico di portata storica. In tutto il mondo l’ultimo saluto alla principessa del popolo venne seguito da circa 2 miliardi e mezzo di persone. La commozione e il coinvolgimento emotivo furono così profondi che ancora oggi moltissimi di noi ricordano con esattezza cosa stavano facendo sia quando vennero raggiunti dalla notizia della morte di Lady D., sia il giorno delle sue esequie. I National Archives hanno appena pubblicato i documenti, finora riservati, relativi a quel giorno di settembre e gli aneddoti che ne emergono sono sorprendenti.
La royal family non voleva Elton John
I Windsor, compatti, non volevano che Elton John cantasse durante il funerale della principessa del Galles, giudicandolo “troppo sentimentale”. È quanto apprendiamo dalle carte declassate e rese pubbliche a 24 anni dalla morte di Lady Diana. Sarebbe stato il decano di Westminster, il reverendo Wesley Carr, a insistere affinché il cantante potesse omaggiare la principessa con la sua musica: “Sarebbe una scelta creativa e generosa verso milioni di persone che si sentono personalmente in lutto per la morte di Lady D.”, ha scritto il reverendo allo staff della sovrana, chiedendo che Elton John potesse cantare la celebre “Candle in the Wind”, originariamente dedicata a Marylin Monroe.
Carr difese strenuamente la sua idea, convinto che Elton John rappresentasse qualcosa di “inaspettato, audace e del mondo moderno”, mentre un normale pezzo di musica classica sarebbe stato “inappropriato”. Del resto chi meglio di uno dei più grandi amici della principessa avrebbe potuto interpretare il dolore del popolo inglese e di tutti gli ammiratori sparsi per il mondo? Quell’incipit, “Goodbye England Rose”, riadattato da “Goodbye Norma Jean”, il vero nome di Marylin, fu un momento indimenticabile. Come, del resto, l’intera esecuzione. Il disco in cui è contenuta la nuova versione della canzone ha venduto 33 milioni di copie in tutto il pianeta. Veniamo a sapere anche che Elton John avrebbe dovuto cantare “Your Song”, altra sua celebre canzone. Alla fine, però, la scelta cadde su “Candle in the Wind”.
Attacco ai paparazzi
I documenti dei National Archives ci riservano anche altre rivelazioni. Sembra che dopo la morte di Lady Diana, avvenuta il 31 agosto 1997 sotto il Tunnel dell’Alma, ci sia stata una telefonata tra l’allora premier britannico Tony Blair e l’ex presidente francese Jacques Chirac. Quest’ultimo avrebbe chiesto di “rafforzare le leggi per la tutela della privacy”. Lady Diana, infatti, morì inseguita dai paparazzi, braccata dai flash dei fotografi fino all’ultimo respiro. A quanto pare Blair era turbato dalla possibilità che il governo e i media francesi potessero attaccare la stampa britannica. Perfino Hillary Clinton sarebbe stata sul punto di sferrare un colpo durissimo ai media inglesi durante una conferenza stampa a Londra, poco prima dei funerali della principessa. Nei documenti possiamo leggere: “La sua inclinazione personale è di attaccare la stampa, ma il suo staff l’ha fermata”. Parole che Jonathan Powell, capo dello staff di Blair, scrisse ad Alastair Campbell, portavoce del premier inglese. Campbell rispose con un semplice “bene”. Sono stati questi i retroscena, segreti fino a oggi, che hanno consegnato alla Storia i funerali di Lady Diana.
Francesca Rossi, ilgiornale.it