Trieste è stata la culla della psicoanalisi in Italia, grazie all’opera di scrittori triestini come Italo Svevo e Umberto Saba, e di medici come lo psichiatra di origine ebraica Edoardo Weiss che, insieme a Marco Levi Bianchini, è tra i primi traduttori in italiano dell’opera di Freud. Una pagina di storia ripercorsa dal professor Lucio Melloni e da Paolo Mieli a “Passato e presente”, il programma di Rai Cultura in onda alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. L’avvento della psicoanalisi tuttavia, è stato ostacolato dalle resistenze della psichiatria tradizionale e dal fascismo, e proprio a causa del regime, Edoardo Weiss sarà costretto a lasciare il suo lavoro presso l’ospedale di Trieste. Anche la Chiesa Cattolica guarda con sospetto l’avvento della “nuova scienza” preoccupata dagli esiti materialistici delle dottrine di Freud. Grande avversario della psicoanalisi è Agostino Gemelli, il fondatore dell’Università Cattolica, che riuscirà a far chiudere la Rivista Italiana di psicoanalisi e a sciogliere il gruppo di medici che si era raccolto attorno alla persona di Weiss. Le leggi razziali del 1938 costringeranno Weiss a prendere la via dell’esilio. La sviluppo della psicoanalisi riprenderà solo nel dopoguerra e occorrerà aspettare il pontificato di Paolo VI e il Concilio Vaticano II per un radicale ripensamento da parte della Chiesa Cattolica.