Il processo di Harvey Weinstein al rush finale: rischia fino a 60 anni di carcere

Il processo di Harvey Weinstein al rush finale: rischia fino a 60 anni di carcere

Ultime battute in tribunale per l’ex produttore, che sta già scontando una pena di 23 anni

Con le argomentazioni finali della procura e dei difensori, il processo di Los Angeles contro Harvey Weinstein è arrivato in dirittura d’arrivo.

La giuria dovrebbe riunirsi in camera di consiglio già questa settimana per decidere se riconoscere l’ex boss di Miramax colpevole di stupri e aggressioni sessuali. Weinstein, che sta scontando una pena di 23 anni nello stato di New York, rischia una condanna ulteriore fino a 60 anni di reclusione.

Jennifer Siebel Newsom: “Mi stuprò con un pene che sembrava un pesce” – L’ex produttore deve rispondere delle accuse di quattro donne tra cui una ex attrice e modella russa conosciuta in Italia e la moglie del governatore della California, Jennifer Siebel Newsom. Quest’ultima vuole mandare Weinstein in prigione per uno stupro che sarebbe avvenuto nel 2005, dopo averla adescata in una camera d’albergo. La donna ha raccontato di aver conosciuto Weinstein quando aveva 31 anni durante il festival del cinema di Toronto del 2005 e di averlo poi rivisto un paio di settimane dopo a Los Angeles. In quella occasione, con la scusa di un incontro di lavoro, l’aveva invitata a raggiungerlo in albergo. “Lui mi afferrò e mi portò a letto. Mi stuprò con quello strano pene che sembrava come un pesce”, ha raccontato la Newsom. Il controinterrogatorio da parte degli avvocati dell’ex produttore è stato brutale, con il difensore di Weinstein, Mark Werksman, che ha fatto di tutto per dimostrare che il sesso fu consensuale.

Richiesto in tribunale un finto orgasmo – A un certo punto il legale ha anche chiesto alla Siebel Newsom di simulare in aula un orgasmo. “Questo non è ‘Harry ti presento Sally'”, ha replicato disgustata la testimone, alludendo alla famosa scena in un affollato ristorante di New York di cui fu protagonista l’attrice Meg Ryan. “Facevo rumori per indurlo a finire. Mi aveva appena stuprata”, ha aggiunto tra le lacrime.

Cinquanta testimonianze – Nel corso del processo i giurati hanno ascoltato una cinquantina di testimonianze. Tra queste quattro donne hanno raccontato di aggressioni simili a quelle al centro del processo, ma che non hanno portato a incriminazioni perché avvenute fuori dalla contea di Los Angeles. 

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