Tv gratuite unite contro gli ott

Tv gratuite unite contro gli ott

Le alleanze fra i broadcaster si confermano uno dei punti fondamentali delle strategie del settore per competere con i giganti dello streaming, da Netflix ad Amazon Prime. E in Spagna ne è appena partita una, singolare perché riunisce gruppi concorrenti, ovvero l’emittente pubblica Rtve, Atresmedia (la ex Antena 3 in cui c’è Planeta De Agostini) e Mediaset Espana. In sostanza, anziché avere servizi on demand separati della propria programmazione, i tre gruppi ne avranno uno complessivo chiamato LovesTv che sarà aperto anche ad altri operatori.

LovesTv funziona sul digitale terrestre con tecnologia HbbTV (Hybrid Broadcast Broadband, il sistema ibrido etere-banda larga) e consente di rivedere i programmi dall’inizio, di avere consigli di visione, la guida dei programmi e di fruire on demand i programmi dei tre broadcaster. Un servizio dal quale oggi i grandi gruppi non possono prescindere per evitare di perdere spettatori ora che le abitudini di visione si sono spostate sull’on demand senza i vincoli della programmazione tradizionale.

L’Italia in questo non ha nulla da invidiare ormai a soluzioni del genere. Da una parte RaiPlay e dall’altra Mediaset Play, per esempio, offrono funzioni simili, ma è un po’ come se Rai e Mediaset anziché presentarsi con le proprie applicazioni si fossero unite realizzandone una sola. Quello che, in verità, è successo almeno in parte su Tivùsat, dove l’app Tivùon consente di accedere ai video dei programmi andati in onda negli ultimi sette giorni sui canali Rai, Mediaset e La7 per poi rimandare alle singole applicazioni per funzioni più approfondite.

Tornando alla Spagna, a fare da catalizzatore a Rtve, Atresmedia e Mediaset Espana è stata Cellnex (controllata con il 30% circa da Edizione Holding dei Benetton) come provider tecnologico. I tre gruppi faranno anche una comunicazione comune e contano di vedere utilizzata l’applicazione in 2 milioni di televisori entro la fine dell’anno ma durante la presentazione hanno anche sottolineato che le regole del gioco stanno cambiando e ciò che viene presentato è solo l’inizio di un progetto che aspira a molto di più ma sempre nell’ambito della tv gratuita.

Altri progetti qua è là in Europa sono, per esempio, l’irlandese Saorview, che unisce in maniera simile operatori televisivi pubblici e privati, oppure la francese Salto, questa volta una piattaforma streaming creata da France Televisions, Tf1 e M6.

Per capire come la cooperazione anche interna sia la strada basti pensare quello che ha detto ieri il ceo dell’Ofcom, l’autorità per le comunicazioni del Regno Unito. Sharon White ha invitato i broadcaster pubblici inglesi, ovvero Bbc, Itv e Channel 4 (gli ultimi due operatori privati che hanno anche quote di servizio pubblico) a realizzare un Brit player per contrastare gli over the top: «Se la crescita di Netflix e Amazon ci dice una cosa, è che gli spettatori si affollano su singole destinazioni che offrono un’ampia varietà di contenuti di qualità», ha detto White, aggiungendo che il pubblico cerca contenuti locali, e questo è un plus per chi li realizza, ma li vogliono avere anche on demand.

Andrea Secchi, ItaliaOggi

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