Uno dei segni tangibili della reputazione di cui godono all’estero le Giornate del Cinema Muto di Pordenone è la partnership con la Fondation Jérôme Seydoux-Pathé di Parigi, considerata un punto di riferimento in materia di conservazione e salvaguardia del patrimonio cinematografico muto. Dal 2018 la Fondation ripropone nella capitale francese una selezione dei titoli presentati all’ultima edizione delle Giornate e quest’anno la rassegna parigina, in programma dal 1° al 21 novembre, a distanza di sole due settimane dalla conclusione della 42a edizione del festival, è la più ampia di sempre con 14 appuntamenti, tutti con replica. A introdurre le proiezioni accompagnate con musica dal vivo, nella prima settimana ci sarà il direttore delle Giornate del Cinema Muto Jay Weissberg, che ha curato la selezione in collaborazione con la Fondation Seydoux-Pathé.
L’ampia gamma di generi e personaggi proposta a Pordenone, volta a dimostrare da un lato quanto ricco e variegato fosse il cinema nei primi decenni della sua storia e, dall’altro, quale magnifico lavoro di recupero stiano facendo le cineteche, si riflette anche nella rassegna di Parigi. Del riscoperto Harry Piel, regista, sceneggiatore, produttore e attore tedesco dalle imprese impossibili, saranno presentati quattro degli otto titoli sopravvissuti e visti alle Giornate. Ci sarà spazio anche per due film dalla seconda parte della retrospettiva dedicata ai mitici regni balcanici, riuniti sotto il nome di Ruritania, teatro di avventure, storie d’amore e lotte di potere. Immancabili due capolavori del canone, Vendemiaire (1918) di Louis Feuillade e Hell’s Heroes (Eroi del deserto, 1929) di William Wyler, e il superbo dramma Conrad in Quest of His Youth (1920) di William de Mille nel nuovo restauro della Library of Congress. Ancora, il “super western” Universal The Fox (1921), con la star dell’epoca Harry Carey, creduto perduto e ritrovato a Praga, come lo scatenato Circe the Enchantress (Circe la maga, 1924) con la diva Mae Murray all’apice del successo. La sezione dedicata allo slapstick è rappresentata da Rêves de clowns (1924), l’unico lungometraggio del famoso trio dei fratelli Fratellini, mentre per il cinema delle origini si vedranno la raccolta di cortometraggi britannici (1897-1909) proveniente dalla Filmoteca de Catalunya di Barcellona e i corti scelti dall’EYE Filmmuseum di Amsterdam per celebrare lo scrittore francese Pierre Loti nel centenario della morte con immagini che riflettono i suoi gusti, i luoghi e gli ambienti da lui amati e frequentati nonché la grande influenza che ebbe sulla sua epoca.