Mercoledì, Tim Burton a Lucca Comics & Games: “Tutti quanti abbiamo una famiglia stramba”

Mercoledì, Tim Burton a Lucca Comics & Games: “Tutti quanti abbiamo una famiglia stramba”

Il regista di Burbank ospite del Festival per l’anteprima europea del primo episodio della sua prima serie. “Da giovane ero come Mercoledì. E internet mi fa paura”

Il Teatro del Giglio di Lucca è pieno di Mercoledì Addams. Da una delle logge si affaccia pure un amico di vecchia data, Batman, stavolta accompagnato dal fedelissimo Robin. Tutti attendono il maestro, Tim Burton. Il regista di Burbank è a Lucca Comics & Games per presentare in una conferenza stampa col direttore del festival Emanuele Vietina il suo ultimo lavoro, la serie tv Mercoledì, che arriverà su Netflix a partire dal 23 novembre, visibile anche su Sky Q e tramite app su NOW Smart Stick, e che la sera del 31 ottobre è stata proiettata in anteprima europea al Cinema Moderno di Lucca.

“IO SONO MERCOLEDÌ”

Una serie che Burton firma e di cui dirige i primi quattro episodi su otto. E che, a suo stesso dire, ha dentro tanto di lui. “Io mi sono sempre sentito un po’ Mercoledì. Ero un ragazzo, certo, ma avrei potuto essere lei”. Emarginato, reietto, così come lo è la giovane Addams, un po’ meno giovane in questa nuova versione che la ritrae per la prima volta adolescente, alle prese con tutti i tipici problemi dei teenager, solamente affrontati in modo un po’ meno tipico. “Tutti abbiamo avuto un conflitto coi nostri genitori, tutti abbiamo provato imbarazzo per causa loro – prosegue il regista – la sua è una famiglia strana, ma tutti noi abbiamo qualcuno di strano nelle nostre famiglie. È impossibile non riconoscercisi”.

“INTERNET MI FA PAURA”

Tra le cose che lo legano alla protagonista interpretata da Jenna Ortega, Burton cita il rapporto complicato col web e i social: “Ho paura di internet, la visione che ne ha Mercoledì è la mia”. Coprotagonista della serie è un personaggio iconico che nella serie e nei film precedenti ha avuto sempre un minutaggio piuttosto ridotto, Mano: “Volevo dargli vita e presenza più ampie – racconta Burton – Anche per questo, forse, sembra un po’ più consumata. Mi è sempre piaciuta e mi ha sempre dato l’idea di un personaggio dei vecchi film dell’orrore. Volevo darle un passato particolare, come se fosse stato un qualche mago, potremmo dire che è il Dustin Hofmann delle mani”.

“UNA FORZA SEMPLICE E SILENZIOSA”

Tra i temi trattati dalla serie, una particolare rilevanza viene data alla concezione del disturbo psicologico e comportamentale. “Ho avuto problemi di salute mentale per metà della mia vita – racconta il regista -. E adoro Mercoledì per il suo essere diretta, il suo dire sempre quello che pensa. La sua è una forza semplice e silenziosa che trovo molto importante”. E pur frequentando la Nervermore Academy, scuola nata per valorizzare i talenti di persone emarginate dalla società, Mercoledì non perde la sua stranezza: “Va in una scuola di reietti, vero, ma lei è reietta tra i reietti”.

MUSICHE DI DANNY ELFMAN E COSTUMI DA OSCAR

La serie si avvale delle musiche di Danny Elfman, compositore fedele sodale di Burton, e dei costumi di una quattro volte premio Oscar come Colleen Atwood. Due collaboratori di vecchia data per il regista: “Per me Danny è un altro attore, lo considero e lo tratto come tale, e penso che la musica sia un altro personaggio del film”. Sul character design, Burton rivela di essersi ispirato più ai fumetti che alla serie originale e ai film degli anni ’90.

“BELLO FARE UNA SERIE, MA IL MIO GRANDE AMORE RESTA IL CINEMA”

Circondarsi di collaboratori fidati ha forse reso più agile il passaggio dal cinema alla sua prima serie tv: “Mi è piaciuto lavorare su una serie – spiega – ho trovato interessante poter procedere a un passo diverso, con una cottura più lenta. Ma il cinema resta il mio primo amore e credo che ci sia ancora spazio per il cinema”. E anche aver dovuto cedere il timone e condividere la direzione con altri registi è stata una nuova esperienza: “Lavorare con altri significa essere aperti a uno scambio, significa dare e avere, ispirare ed essere ispirati. Ma alla fine anche nel cinema non è poi così diverso, si ha sempre a che fare con una famiglia stramba”. Un po’ come quella di Mercoledì, un po’ come quella che abbiamo tutti.


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