Lulù, Clarissa e Jessica Selassié, le presunte principesse dello scomparso impero d’Etiopia del Grande Fratello Vip, sono spodestate da altre sorelle: Beatrice e Fabiola Casarano, attraverso la nonna Elena rivendicano la discendenza dalla stirpe di Re Salomone e la regina di Saba. “Siamo noi”, dicono in esclusiva al settimanale Oggi, “le vere principesse d’Etiopia”.
“Arriveremo alla verità”
Dall’Italia alla Russia, si direbbe che non appena un regno smette di esistere, la successione al trono virtuale subito si complica per la presenza di più di un pretendente. In Etiopia, già sede d’una millenaria dinastia, discendente da re Salomone e dalla regina di Saba, i candidati a guidare l’impero caduto nel 1974 non sono due, non sono tre, sono una folla. In Italia finora si conoscevano le sedicenti principesse Selassié, tre sorelle che da qualche settimana imperversano nella Casa del Grande Fratello Vip. Le loro pretese imperiali mandate in orbita dalla tv erano già state riportate a terra da una serie di articoli di Oggi e in questi giorni davanti a nuove smentite rischiano di finire sotto terra.
Un lettore ha segnalato che il nonno delle ragazze stava sì nella reggia di Addis Abeba, ma come stalliere, mentre due sorelle di Matino (Lecce), hanno contattato la nostra redazione per un proclama: «Siamo noi», dicono, «le vere principesse d’Etiopia». Per dimostrare quello che dicono Beatrice e Fabiola Casarano hanno più indizi che prove. Ma non si arrendono: «Un pezzo alla volta», dicono, «con l’aiuto delle più moderne tecniche di indagine, Dna compreso, arriveremo alla verità, sempre che nessuno ce lo voglia impedire». Se le due sorelle sono così sicure del fatto loro è perché nelle loro mani stringono idealmente un filo, con cui viaggiare nel tempo. Lo hanno avuto dalla nonna Elena Solomonidis, donnina fragile e minuta, che ha sempre raccontato di essere figlia di una principessa etiope e che invecchiando è diventata sempre più somigliante ai reali d’Etiopia.
Intrigo di corte
«Nonna Elena era nata alla Corte di Addis Abeba attorno al 1921», riprende Beatrice, «anche se l’anno di nascita per le differenze tra il nostro calendario e quello etiope, andrebbe spostato indietro di qualche anno, probabilmente il 1914. In quel momento, a palazzo viveva l’imperatrice Zauditù, unica discendente di re Menelik II. Essendo donna non poteva regnare e le fu affiancato Hailé Selassié, un cugino di un ramo secondario, il quale piano piano cercò di estrometterla dalla gestione del potere. In una villa all’interno del palazzo viveva anche il mercante cipriota Karambolis Solomonidis, un fornitore di Corte, che un giorno si vide consegnare una neonata di cui si sarebbe dovuto occupare come fosse figlia sua. E forse lo era pure. Ma chi era la madre?». Il cipriota le diede il suo cognome, la chiamò Elena, ancora piccolina la chiuse in un collegio di suore francesi e qualche anno più tardi quando se ne andò dall’Etiopia non la portò con sé. «O non gli fu permesso di portarla con sé», interviene Fabiola. «Salomonidis a Cipro ebbe altre tre figlie. Le abbiamo raggiunte, ci hanno detto che il padre parlò spesso di una sorellastra rimasta in Etiopia, disse genericamente che era figlia di una principessa, ma non volle mai dire una parola di più. Perché tutti questi misteri? E perché quando mio cugino ha provato a passare per vie ufficiali s’è visto opporre dalle autorità etiopiche il segreto di stato?».
“Nostra nonna venne risparmiata”
Misteri, reticenze e depistaggi hanno portato le sorelle Casarano, con tutta la loro parentela, a convincersi che Elena fosse proprio figlia di quella Zaiditù, la Neghiste Neghesti, regina dei re, ultima discendente della regina di Saba e di re Salomone. «Era una figura troppo importante e il cugino Hailé Selassié fece di tutto per metterla in un angolo», continua Beatrice, «fu una lotta senza esclusione di colpi, nessuno dei figli di Zaiditù raggiunse l’età adulta e quando l’imperatrice decise di reagire era troppo tardi». Nel 1930 il terzo marito di Zaiditù guidò una rivolta contro il Negus e venne ucciso. Due giorni dopo in modo misterioso, forse avvelenata, morì anche lei e da allora Hailé Selassié ha potuto regnare indisturbato. «Nostra nonna», conclude Beatrice, «strappata alla madre e affidata alle suore, senza la consapevolezza della sua discendenza reale, venne risparmiata. Una volta adulta le fu consentito di sposarsi e di andarsene quanto prima dall’Etiopia. Noi siamo sicuri: nonna Elena era figlia dell’ultima imperatrice d’Etiopia. Sappiamo dove sono i loro resti e siamo pronte a confrontare i loro Dna. Ce ne diano la possibilità. E vedrete che la leggendaria dinastia della regina di Saba e di Re Salomone continua».
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