I pensieri sull’amore de la conduttrice e inviata de «Le Iene», scomparsa nell’agosto 2019. Lasciati in consegna a mamma Margherita, e raccolti da «Chiarelettere»: «La vita ci incalza nel più inaspettato momento; per questo ho un’anima che corre scalza»
Oggi esce il libro Ti aspetterò tutta la vita (Chiarelettere, i proventi sono devoluti alla Fondazione Toffa, creata da mamma Margherita) che raccoglie le poesie, riflessioni sull’amore di Nadia Toffa, la conduttrice e inviata de Le Iene, scomparsa il 13 agosto 2019 a 40 anni, a causa di un tumore. Questa nuova raccolta di testi che Nadia ha lasciato in consegna a sua mamma Margherita, e che scriveva spesso di notte, appuntandoseli sul cellulare, è interamente concentrata
Sull’amore sotto tutte le sue sfumature.
DONNA ESPLORATRICE
Vivo adrenalina nelle vene da ferma; elettricità sono io.
Velocità nella fantasia come estratto di vitalità da nutrire;
è terminato forse il purificatore soffrire?
Prendo in prestito un istante di follia;
non mi sento ancora pronta per andare via.
Ti scongiuro, non mi chiamare;
in questa candida bellezza vorrei ancora un pochino danzare.
Vieni qui e metti tutto in disordine.
Sembro un bimbo che vede un tesoro in un fiore;
le mie porte sono aperte al candore;
ho divelto per te il cardine. Entra pure e non chiedere
permesso;
l’accesso ti è concesso; ti avviso solo che troverai disordine.
Ti ho appena raccolto e ti sorreggo nelle mie manine fiorenti
di purissimo amore.
Una sublime anima che si chiama candore. Fortifica i miei
ultimi tentennamenti.
Il traguardo di esseri evoluti segue le poesie che si nascondono
zitte zitte in evolute menti, ricche di scintillanti fantasie;
a loro stessi sono profondamente presenti;
solo gli incoscienti sono erroneamente impazienti.
Perdoniamo loro perché desidero spazzare via esseri inevoluti,
si nascondono in regali mai voluti.
In una sciocchezza nata con spontaneità c’è potenzialità.
Non mi accanisco; le tue fragilità capisco.
Attendo impaziente doni inattesi; gli altri ne sanno solo restar
sorpresi.
Osservo il mondo e cerco un mio fratello.
Lo riconoscerò: indossiamo lo stesso anello e portiamo
lo stesso fardello;
che non pavoneggia con pietre preziose, ma indossa un puro
profumo di rose.
Provo a farti vivere in un’idea di un mondo evoluto;
lo stupore, sai, ha uno sguardo che rende il brutto
magicamente bello;
pochi lo sanno conoscere, eppure non pesa il suo fardello;
non giudico gli errori degli altri; ne cerco il lato bello
da cui imparare;
la sincerità nel loro desiderio di rimediare cerco di trovare.
Dal mondo non me ne voglio per ora andare.
Desidero solo l’impossibile: il dono che tutti imparino
a perdonare. Punto lo sguardo in alto perché non temo
nel dover un grande salto affrontare.
Giocare con gli spruzzi delle pozzanghere è un’onda di vitalità
da afferrare.
Stringo un aquilone per riuscire di nuovo a volare; volteggi
con lui;
è trasporto giocoso in un giorno che senza motivo vivo
favoloso.
Salgo e fluttuo alto in un attimo qualsiasi
per portarti a esplorare il mondo;
volteggiamo insieme in un vorticoso girotondo.
Fluttuare con i salti di un gioco inventato dai bimbi;
galoppo su immaginarie selle mangiando profumo
di caramelle.
Allegra anima che profuma di zucchero filato;
giurami che non mi hai davvero amato.
Io ti crederò perché i tuoi occhi leggerò.
Un libro aperto troverò e le bugie anche ben nascoste stanerò.
Investigatrice sono io. Parto col farmi domande.
Ho risposte delle magie custodite segretamente dentro me.
Gridai al mare un’infinità di domande. Ho portato pazienza
e il mare ha risposto con parole
che galoppavano veloci sulle onde nell’eco del vento.
La vita ci incalza nel più inaspettato momento;
per questo ho un’anima che corre scalza.
L’amore mi innalza in vorticosi, spumeggianti voli armoniosi;
rinascerò presto in abbracci ancor più fantasiosi.
(Si ringrazia la casa editrice Chiarelettere)
Stefania Saltalamacchia, Vanityfair.it