E Matteo Renzi finisce su “Scherzi a parte”, grazie a Lucio Presta

E Matteo Renzi finisce su “Scherzi a parte”, grazie a Lucio Presta

Credeva di dover girare una scena del suo documentario su Firenze e invece è diventato vittima di «Scherzi a parte», il programma televisivo di Canale 5. Matteo Renzi, impegnato da un mese e mezzo nelle riprese in vari punti della città (l’ultimo set è stato la chiesa di Orsanmichele), ieri mattina aveva appuntamento in un noto ristorante di Bagno a Ripoli (Centanni) per dare un respiro diverso alla narrazione di «Florence».

In pratca, secondo le spiegazioni fornitegli prima dalla regia e dalla casa produttrice Arcobaleno Tre di Lucio Presta, c’era bisogno di uno sfondo tipicamente toscano, tutto colline e oliveti, per creare un intermezzo nel racconto su Firenze e i luoghi scelti per raccontarne la storia e gli aspetti meno conosciuti. Alle 10,30 l’ex presidente del consiglio si è presentato all’appuntamento a Centanni. Con il classico look che lo contraddistingue – abito blu e camicia bianca – Renzi ha bevuto un caffè veloce e ha fatto due chiacchiere con il produttore Lucio Presta, ideatore del docufilm insieme a lui, prima di entrare nel ristorante.

Il salone era stato allestito fin dal primo mattino per le riprese televisive: la splendida vetrata che dà sugli ulivi e la campagna ripolese doveva fare da sfondo a Renzi in versione Alberto Angela. Quando l’ex segretario del Pd ha creduto di dover cominciare la sua narrazione, ecco la sorpresa, costruita dalla troupe di «Scherzi a parte» con la collaborazione e la complicità di Arcobaleno Tre.

«Scusa Matteo – questo il senso del messaggio fatto arrivare allo sbalordito neoconduttore – non sappiamo come dirtelo, ma tutte le riprese che abbiamo fatto fino a oggi sono inutili, il docufilm Florence non si fa più». Impossibile sapere quale sia stata la reazione di Renzi, uscito comunque sorridente dal ristorante. Per scoprirlo bisognerà avere un po’ di pazienza e aspettare la nuova edizione di «Scherzi a parte», in onda a novembre (per quattro venerdì dal 9 al 30) e condotta ancora da Paolo Bonolis. E chissà che questo scherzo non sia davvero la chiave necessaria a sbloccare la trattativa con Mediaset e convincerla a trasmettere il docufilm su Firenze, in otto puntate, firmato Matteo Renzi.

Simone Nozzoli, La Nazione

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