L’attore venticinquenne parla della morte della madre, scomparsa dopo un incidente sugli sci nel 2009. Era un bambino, e non ha saputo affrontare la perdita: «Quando è morta, ho messo il dolore da parte, non volevo affrontarlo»
Sono trascorsi undici anni dalla morte di Natasha Richardson, ma per il figlio maggiore Micheál, che oggi ha 25 anni, è ancora inaccettabile. Il primogenito dell’attrice e di Liam Neeson, che la sposò nel 1994 e che da lei ha avuto anche Daniel, 23 anni, ha parlato per la prima volta della scomparsa della madre a Vanity Fair Usa, confessando che sta ancora facendo i conti con la sua perdita.
«Penso che il dolore sia stato un po’ troppo schiacciante, penso che la mente sia molto potente e che inconsciamente o inconsapevolmente possa proteggerti». Micheál, come spesso accade, ha rifiutato di affrontare la perdita. «Questo è quello che ho fatto quando è morta, ho messo il dolore da parte, non volevo affrontarlo. Credo di non averlo ancora compreso fino in fondo, sembra essere un percorso molto simile a quello di molte persone con cui ho parlato». Quando Natasha è morta, del resto, aveva solo 13 anni.
Figlia di Vanessa Redgrave e di Tony Richardson, Natasha è morta in seguito a una caduta sugli sci mentre si trovava in vacanza in Canada, nel marzo 2009. Sulle prime sembrava tutto a posto, tanto da rientrare a New York con un volo privato insieme al marito, che l’aveva raggiunta da Montreal, dove era impegnato nelle riprese del thriller Chloe. Lo avrebbe portato a termine dopo la tragedia. La caduta, infatti, aveva provocato un’emorragia cerebrale non diagnosticata subito. Ricoverata al Lennox Hill Hospital di New York, Natasha morì due giorni dopo. Una volta constatato il danno irreversibile subito, vennero staccate le macchine e i suoi organi donati.
La vita di Micheál è cambiata profondamente da quel giorno, e il giovane per superare il trauma ha trascorso anche un periodo in rehab nello Utah, come raccontato da lui stesso nel 2015. A differenza del fratello minore Daniel, più legato al padre, lui era molto più vicino alla madre e aveva preso l’abitudine di trascorrere molto tempo a casa dei suoi amici per ritrovare quell’atmosfera familiare che gli era stata sottratta.
Oggi le cose vanno meglio, e Micheál vive un dolore più consapevole, tanto da averlo affrontato anche sullo schermo (come i genitori è attore, ndr). Insieme al padre Liam ha girato Made in Italy, che racconta di un rapporto conflittuale padre-figlio e di un ragazzo alla ricerca dei ricordi materni. Il resto della storia è ancora tutto da scrivere.
VanityFair