Ambientato nel labirinto della città di Goblin, il film con protagonisti Jennifer Connelly e il Duca Bianco festeggia i 35 anni dall’uscita nelle sale. Un fiasco che negli anni è diventato invece un must see per grandi e piccini
Cult assoluto dei gloriosi anni 80, Labyrinth ha da pochi giorni compiuto 35 anni. E per festeggiarlo a dovere, Netflix lo propone da oggi sulla sua piattaforma streaming. Interpretato da una giovanissima Jennifer Connelly e da un’affascinante David Bowie, il film è diventato negli anni un vero fenomeno fantasy. Capace di passare da fiasco clamoroso della stagione 1986 a film imperdibile per ogni fan del genere.
In attesa del sequel, annunciato ufficialmente lo scorso anno, ripercorriamo tutte le tappe che hanno reso la città di Goblin, e il suo re Jareth, uno dei luoghi cinematografici più affascinante del genere. E pensare che il mitico Duca Bianco non era nemmeno il nome su cui puntavano regista e produttori.
Labyrinth: la trama del film
Sarah (Jennifer Connelly) è una quindicenne in piena crisi adolescenziale che ama perdersi in un mondo di fantasia per sfuggire alla realtà. Una sera in cui il padre e la madre la lasciano sola in casa a badare al fratellino Toby, snervata dal pianto continuo del bebè, perde la pazienza e invoca Jareth, re dei Goblin, affinché se lo porti via. Detto, fatto: all’improvviso le urla si interrompono e subito dopo compare in camera il tremendo Jareth (David Bowie), che le dice di aver esaudito la sua richiesta.
Dopo aver compreso l’errore, Sarah è pronta a tutto pur di recuperare con sé il piccolo. Il cattivissimo la invita così ad attraversare il labirinto che la porterà al suo castello. Tredici ore di tempo il tempo che le concede. Per sua fortuna, Sarah, troverà ad aiutarla buffe e strampalate creature: come lo gnomo Gogol, il gigantesco Bubo e l’irresistibile cane yorkshire Sir Dydimus.
Il leggendario re dei Goblin David Bowie
Oggi non si può non pensare al Duca Bianco come unica scelta possibile per l’ambiguo e affascinante Jareth, ma la verità è che Bowie non era il primo nome nel borsino di regista e produttori. In lizza per il ruolo c’erano addirittura Michael Jackson, Prince e Mick Jagger. Il regista Jim Henson volevo invece disperatamente Sting.
Fino a quando i suoi figli non lo convinsero che David Bowie, che pochi anni prima aveva raggiunto il suo picco di popolarità mainstream con l’album Let’s Dance, sarebbe stato il più adatto. Al cantante non dispiacque l’idea di fare un film per bambini, anche perché si innamorò all’istante della sceneggiatura.
Oltre a cantare cinque brani della colonna sonora, tra cui la mitica Magic Dance, Bowie è entrato nella leggenda anche per il suo look a metà fra il punk e il new romantic. Per non parlare di un taglio di capelli, squisitamente anni 80.
Gran parte del fascino di Jareth però risiede anche nel suo essere un villain estremamente sexy, che fa continui giochi di prestigio con la sua sfera magica. Indimenticabile quello che lo vede far ruotare quattro sfere di cristallo su una sola mano e a farle scorrere sul corpo. Merito dell’ex Ziggy Stardust? No, del giocoliere Michael Moschen.
Labyrinth: un cult tardivo
Nonostante la presenza di una star della musica, e l’esperienza del papà del Muppet Show Jim Henson alla regia, il film si rivelò un flop all’uscita nelle sale nel 1986. Fiasco che condizionò anche la carriera in ascesa della giovanissima Jennifer Connelly, all’epoca lanciatissima dopo ruoli importanti in C’era una volta in America e Phenomena di Dario Argento.
Successivamente, grazie al nascente mercato dell’home video e alla buona circolazione del romanzo scritto da Jim Henson e A.C.H. Smith, il film è diventato di culto. Fino a ispirare, una quindicina di anni fa, addirittura un manga in quattro volumi che ancora oggi vende migliaia di copie. Un amore che non poteva che confluire in un sequel, attualmente in preparazione.
Il sequel con Tilda Swinton (forse)
L’annuncio è stato dato a maggio del 2020, ma a un anno dopo del secondo capitolo delle avventure di Sarah e Jareth si sa ancora poco. Il film dovrebbe essere una continuazione diretta del primo film, ambientato tuttavia parecchi anni dopo. La fonte probabile d’ispirazione per la sceneggiatura pare sia il manga Return to Labyrinth, pubblicato nel 2006.
(Cecilia Ermini)